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Stop alla pubblicazione delle ordinanze dei giudici, il governo dà il via libera alla legge Bavaglio

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla cosiddetta ‘norma Bavaglio’, che vieta ai giornalisti di pubblicare il testo delle ordinanze di custodia cautelare. Opposizioni e Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi) protestano: “È un ceffone alla libertà di stampa”.
A cura di Giulia Casula
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Stop alla pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare, almeno fino a conclusione delle indagini preliminari o dopo l'udienza preliminare. Ieri sera, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla nuova stretta, approvando il decreto legislativo che modifica l'articolo 114 del codice di procedura penale.

Dal governo dunque, è arrivato un primo ok all'emendamento voluto dal deputato di Azione Enrico Costa che introduce il divieto, per chi si occupa di informazione, di pubblicare parti delle intercettazioni. La norma, soprannominato dall'opposizione ‘legge Bavaglio', vieta di fatto di divulgare il testo delle ordinanze di custodia cautelare, sia integrali che estratti, in cui in genere possono figurare, appunto, intercettazioni, arresti, interrogatori.

In sostanza, sarà possibile pubblicare solamente il capo d'imputazione. Le ordinanze dei giudici non potranno essere pubblicate dai media fino a quando non saranno concluse le indagini preliminari o comunque fino al termine dell'udienza preliminare, cioè fino all'inizio del processo. Non sarà più consentito poi, citare per esteso il testo dell'ordinanza, ma solo una sua ‘riformulazione'.

Dalla Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi) attaccano: "Chi vuole mettere il bavaglio alla stampa è riuscito a completare l'opera. Dopo l'ok del parlamento a inizio anno, la ‘norma Costa' entra nel Codice di procedura penale. Il via libera di ieri in Consiglio dei ministri allo schema di decreto legislativo di modifica all'articolo 114, che impone il divieto di pubblicazione del testo dell'ordinanza di custodia cautelare è una brutta notizia per i giornalisti e ancor più brutta per i cittadini, che non potranno conoscere per mesi fatti di rilevante interesse pubblico", ha affermato Alessandra Costante, segretaria generale.

"Il governo italiano usa due pesi e due misure nei confronti dei balneari, fatica a recepire una direttiva del 2006, la Bolkestein, nel caso dei giornalisti è riuscito ad approvare per ben due volte la direttiva sulla presunzione di non colpevolezza, prima con la riforma Cartabia e infine con la modifica al Codice di procedura penale", ha aggiunto. "Il sindacato dei giornalisti continuerà la sua lotta per il diritto di informare ed essere informati, sempre più minacciato da leggi bavaglio, conferenze stampa a senso unico, politici che parlano attraverso video autoprodotti, querele fatte per bloccare l'attività dei cronisti. Leggi liberticide, incertezza occupazione, stipendi bloccati da dieci anni e compensi da fame per i freelance stanno rendendo questo Paese meno democratico. Su questi temi chiediamo all'Europa di non spegnere il faro acceso nei mesi scorsi", ha concluso.

Anche dal M5s la reazione è dura. "Il governo continua a tappe forzate a portare avanti l'eutanasia della nostra democrazia. Dopo avere privato i cittadini di ogni tutela contro abusi e prevaricazioni da parte di pubblici amministratori, dopo avere messo il turbo a faccendieri e lobbisti con il ridimensionamento del traffico di influenze illecite, dopo avere dato carta bianca per l'uso ai fini privati di beni e risorse pubbliche, dopo avere ridotto le intercettazioni per i colletti bianchi, ora nega la possibilità di leggere le ordinanze di custodia cautelare privando così i cittadini anche del diritto costituzionale di esercitate il controllo sul modo in cui viene esercitata l'amministrazione della giustizia. Se la democrazia è il potere visibile, questa maggioranza è l'esempio di come si costruisce un potere oligarchico con zone di invisibilità in cui si agisce nell'ombra per sottrarsi al controllo e al giudizio popolare", affermano i rappresentanti in Commissione giustizia di Camera e Senato.

Per il dem Sandro Ruotolo, "vietare le pubblicazioni delle ordinanze giudiziarie è un ceffone alla libertà di stampa. Il governo ha il tic della censura. Come Partito Democratico staremo dalla parte di chi si oppone alla legge bavaglio. Una democrazia senza libertà di stampa che democrazia è?", ha domandato il responsabile Informazione del Pd.

È dello stesso avviso Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera. "Il divieto favorisce solo i colletti bianchi", ha affermato. "Il bavaglio alla stampa non fornisce alcuna garanzia, questa non è una norma che tutela le persone indagate, contribuisce solo a fare silenzio sui potenti indagati"

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