Stop al test d’ingresso per Medicina: approvato il decreto sul nuovo sistema di accesso

Il governo ha dato il via libera alla riforma che cambierà radicalmente il meccanismo di ingresso ai corsi di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria. Con il primo decreto attuativo della delega, il tradizionale test di accesso viene superato a favore di un sistema che prevede un semestre iniziale aperto a tutti, senza selezione preventiva. Il provvedimento, definito dalla ministra dell'Università Anna Maria Bernini come il "modello italiano", punterebbe a rendere il percorso di selezione più inclusivo, "permettendo agli studenti di dimostrare la propria preparazione direttamente durante i primi mesi di corso".
Come funzionerà il semestre filtro
Il cuore della riforma è il cosiddetto "semestre filtro", un primo periodo di studi in cui gli studenti potranno iscriversi liberamente a Medicina, senza dover superare un test preliminare. Per poter proseguire nel secondo semestre, sarà però tuttavia necessario raggiungere almeno 18 crediti formativi universitari (CFU) nelle materie fondamentali. In caso contrario, si verrà esclusi dal percorso di studi in Medicina e si dovrà continuare nell’altro corso di laurea a cui si è iscritti in parallelo. Gli studenti avranno fino a tre tentativi per superare il semestre filtro: se in nessuno di questi riescono a ottenere i CFU richiesti, non potranno più provare ad accedere a Medicina. Il sistema mira quindi a garantire una selezione più basata sul merito accademico piuttosto che su un singolo test d'ingresso.
L'iscrizione obbligatoria a un secondo corso di laurea
Una delle novità più rilevanti riguarda l'obbligo di immatricolazione contemporanea a un secondo corso di laurea dell'area sanitaria. Chi si iscrive a Medicina dovrà infatti iscriversi anche a un'altra facoltà biomedica, sanitaria, farmaceutica o veterinaria, scelta liberamente dallo studente. Questa doppia iscrizione sarà gratuita per il primo semestre e servirà come alternativa per chi non riuscirà a superare il semestre filtro. Il meccanismo prevede che gli studenti esprimano già al momento dell'iscrizione una lista di almeno cinque università in cui vorrebbero proseguire il percorso di studi, sia in caso di successo che di esclusione dal semestre filtro; la scelta della sede dipenderà dalla posizione in graduatoria nazionale, che verrà stilata in base ai risultati ottenuti nei primi esami.
Cosa succede se non si supera la selezione
Chi non riuscirà a raggiungere i 18 CFU richiesti potrà continuare il proprio percorso nell’altro corso di laurea scelto in parallelo, mantenendo i crediti acquisiti. Sarà poi compito delle singole università decidere se riconoscere interamente i CFU ottenuti oppure richiedere integrazioni per la prosecuzione degli studi. Gli studenti che non vogliono comparire nella graduatoria nazionale avranno poi anche la possibilità di ritirarsi prima della sua pubblicazione, ma in questo caso perderanno i crediti accumulati nel semestre filtro.
Le sfide per le università e il sistema sanitario
Uno dei problemi immediati che il decreto dovrà affrontare riguarda però la gestione del numero elevato di studenti che si iscriveranno al primo semestre, visto l'accesso libero iniziale. Le università dovranno dunque garantire modalità didattiche adeguate, anche se il decreto prevede una certa flessibilità, permettendo di ignorare i limiti sulla numerosità massima delle classi e introducendo attività didattiche integrative. A lungo termine, il nuovo sistema dovrebbe consentire di aumentare il numero di laureati in Medicina e, quindi, di rinforzare il Sistema sanitario nazionale. L'incremento dei posti disponibili sarà graduale: si prevede un aumento di 30mila posti entro i prossimi sette anni, con l'obiettivo di rispondere alla carenza di medici che il Paese sta affrontando.
Chi resta escluso dalla riforma
Almeno per il primo anno, il nuovo sistema non si applicherà ai corsi di Medicina in lingua inglese né alle università private, che continueranno a regolarsi in autonomia sulle modalità di selezione degli studenti. Queste realtà potrebbero, in futuro, adottare un modello simile, ma al momento restano escluse dalle modifiche previste dal decreto.