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Stop al numero chiuso a Medicina, al Senato adottato il testo base per le iscrizioni libere dal 2025

Passo avanti della commissione Istruzione al Senato, che ha adottato il testo base per la riforma dei corsi universitari di Medicina. La norma prevede che le iscrizioni siano aperte, e che dopo il primo semestre ci sia un test di selezione. Ma l’iter della riforma non è ancora concluso: se tutto procede rapidamente, le novità potrebbero partire dal 2025.
A cura di Luca Pons
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Il comitato ristretto della commissione Istruzione del Senato ha adottato il testo base per superare il numero chiuso a Medicina. Lo ha annunciato il presidente della commissione, il leghista Roberto Marti, sottolineando la "massima convergenza di tutte le forze politiche" dato che il testo è stato adottato quasi all'unanimità.

"L'odioso numero chiuso che abbiamo conosciuto negli ultimi 25 anni non ci sarà più", ha affermato Marti. Per il momento, non c'è l'approvazione definitiva. Il testo base trovato in commissione, però, ha avuto il consenso di quasi tutti i partiti: un segno che la riforma, dopo anni di dibattito sul tema, potrebbe arrivare davvero. "Offriremo ai nostri ragazzi la possibilità di iscriversi liberamente alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria e di iniziare un percorso che gli permetterà di avere tempo e modo per orientarsi nel mondo universitario, che costituisce per ognuno una grande novità", ha spiegato Marti.

Il testo in questione è una legge delega. Questo significa che, anche se la legge venisse approvata così com'è (e per il momento questo non è avvenuto), toccherebbe al governo poi metterla in pratica con dei decreti legislativi. Avrebbe un anno di tempo per farlo, e questo significa che nel migliore dei casi le novità potrebbero entrare in vigore a partire dall'autunno 2025. In caso di rallentamenti, invece, potrebbero partire dal 2026.

Nella legge si prevede che per il primo semestre delle facoltà di Medicina non ci sia più il numero chiuso, ma le iscrizioni siano libere. All'inizio del secondo semestre poi ci sarebbe un quiz di selezione. Nel frattempo, si farebbero i primi esami, sulle discipline considerate più importanti. Chi supera gli esami ma non supera il test di fine semestre potrà usare quei crediti in altri corsi di laurea affini. Molti dettagli, però, devono ancora essere chiariti: potranno esserlo durante il lavoro in commissione, prima che la legge sia approvata, o più avanti tramite gli appositi decreti del governo.

L'intenzione, ha detto la ministra dell'Università Anna Maria Bernini, è "formare almeno 30mila futuri nuovi medici" nei prossimi anni, garantendo "una preparazione di qualità, attenta soprattutto alle opportunità che le nuove tecnologie offrono in campo medico". Per il Partito democratico, ha commentato il senatore Andrea Crisanti: "Questo testo contiene ancora delle criticità che verranno portate nella discussione in commissione".

Ad esempio, "le procedure proposte non permettono agli studenti che non abbiano raggiunto i requisiti per proseguire gli studi a Medicina di ripetere la procedura di ammissione", e ci sono "solo dei criteri minimi di accesso al corso di laurea, senza chiarire come venga stilata la graduatoria che deve necessariamente stabilire gli studenti che possono proseguire il percorso di studio in base al numero programmato".

Contraria la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), che con il presidente Filippo Anelli è intervenuta: "Questa non è assolutamente una norma di buon senso: eliminare il numero chiuso a Medicina significa che fra dieci anni, il tempo necessario per formare un medico, avremo una pletora di laureati che non avranno possibilità di trovare un posto di lavoro come medici. Produrremo solo dei disoccupati". Opposto anche il sindacato Anaao-Assomed: "Lo stop al numero programmato a Medicina dimostra ancora una volta che la cecità politica si sta ormai cronicizzando ed è il colpo di grazia alla formazione medica".

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