Stop a stato d’emergenza e sistema delle Regioni a colori: le ipotesi sul tavolo del governo
La strategia del governo Draghi per combattere la pandemia a breve potrebbe cambiare radicalmente, con lo stop allo stato d'emergenza (introdotto a gennaio 2020, con l'ultima proroga a dicembre scorso) e la fine del sistema delle Regioni a colori (avviato a novembre 2020). L'esecutivo prova a "semplificare" le regole, in linea con il nuovo quadro epidemiologico, che vede tanti nuovi contagi, ma conseguenze più lievi del passato, soprattutto grazie ai vaccini, che coprono almeno in parte più dell'84% di tutta la popolazione, compresi i bambini. L'obiettivo è tutelare la ripresa economica e tornare a una sorta di normalità o arrivare a una più serena convivenza con il virus, come auspicato da diversi esponenti politici e commentatori.
L'ultimo quadro è stato fotografato dalla Fondazione Gimbe, che segnala una flessione nella curva dei positivi e dei decessi, che rimangono tuttavia ancora molto alti, oltre che il tilt definitivo dei sistemi di tracciamento. La variante Omicron dilaga e dagli studi scientifici realizzati nell'ultimo mese (con dati tuttavia ancora non consolidati) appare decisamente meno grave rispetto alla Delta (secondo l'Università di Berkeley, in California, con una letalità inferiore fino al 91%).
Colore delle Regioni, rimane solo la zona rossa
Anche il ministro della Salute Roberto Speranza potrebbe essere d'accordo: oramai la divisione in fasce colorate delle Regioni, contando tutte le nuove regole basate sull'obbligo di Green Pass o Super Green Pass, non avrebbe più ragione di essere. Attualmente zona bianca, gialla e arancione, infatti, non hanno differenze così significative. Le poche regole restrittive si applicano solo alle persone non vaccinate. La richiesta della Conferenza delle Regioni di mantenere soltanto la zona rossa, quindi, potrebbe essere accolta a breve.
Ancora non è chiaro, però, se sarà lasciato il potere agli enti locali di istituire direttamente la fascia di rischio più alta, che prevede limitazioni all'apertura dei bar e dei ristoranti, ma solamente se gli ospedali superano alti livelli di occupazione dei letti e delle terapie intensive Covid. La proposta ha ricevuto il parere favorevole degli esperti della Fondazione Gimbe, secondo cui sarebbe meglio non continuare con l'unica regia nazionale e le ordinanze del ministero della Salute. «Le Regioni- spiegano dall'Istituto guidato da Nino Cartabellotta- possono aumentare il numero di posti letto Covid per evitare zone dai “colori più intensi”, ma determinando conseguenze rilevanti in termini di mancata assistenza a pazienti con altre patologie».
Stato di emergenza, niente proroga in vista
Discorso diverso, invece, per lo stato d'emergenza, che fissa il quadro generale di regole entro cui agire per combattere il virus, la cui scadenza è attualmente fissata per il prossimo 31 marzo. Ovviamente sarà decisivo l'andamento della pandemia a febbraio. L'attuale sottosegretario alla Sanità, Pierpaolo Sileri, ha confermato all'Agi che al momento non se ne prevede la prosecuzione. Questo perché, secondo l'esponente del Movimento 5 Stelle, i contagi stanno calando, assieme alla pericolosità del virus. Motivo per cui, per lui, non ci sarebbe nemmeno bisogno di abolire i colori delle Regioni, che, a meno di nuove varianti più letali, non dovrebbero più cambiare in maniera significativa.
Green Pass illimitato e nuove regole a scuola
Dovrebbero quindi arrivare novità importanti anche sul Green pass (la cui durata per chi ha tre dosi potrebbe diventare illimitata, contro gli attuali sei mesi) e nelle scuole (con una semplificazione delle regole, soprattutto per il rientro in classe dopo la quarantena). I dettagli delle norme per limitare i contagi e far continuare l'attività in presenza negli istituti sono in discussione, con le posizioni in continua evoluzione.