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Fdi ci ripensa su stop a incompatibilità per condannati nei Comuni: Pogliese: “Ritiro norma, errore mio”

Dopo la denuncia di Fanpage.it Fratelli d’Italia ritira l’emendamento al dl Anticipi, con cui chiedeva di stralciare l’incompatibilità con incarichi nelle amministrazioni comunali per chi ha subito una condanna per uno dei reati contro la Pubblica amministrazione.
A cura di Annalisa Cangemi
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Fratelli d'Italia ci ripensa. Dopo la denuncia di Fanpage.it, e le polemiche delle opposizioni, il senatore di Fdi Pogliese ha deciso di ritirare l'emendamento che avrebbe allentato le maglie per l'incompatibilità di incarichi presso gli enti locali nei confronti di chi è stato condannato per reati contro la Pubblica amministrazione.

"Gli emendamenti agli articoli 4-7-11-12-13-14 del Dlgse 39/13 presentati avevano l'esclusiva finalità di eliminare l'inconferibilità ai Consiglieri comunali, Assessori e Sindaci, nei due anni successivi al termine del loro mandato, di incarichi nelle società partecipate dello stesso Ente in cui erano stati eletti. Parimenti era prevista l'eliminazione dell'impossibilità per i presidenti delle società partecipate di poter essere nominati in altre società partecipate dello stesso Ente. Questi emendamenti erano, peraltro, pienamente condivisi dagli stessi rappresentanti delle amministrazioni locali", ha dichiarato il senatore di Fratelli d'Italia, Salvo Pogliese.

"Per un mero errore materiale del testo è stato previsto anche l'art. 3, e per questo motivo così come scritto il testo non era concordato con il Partito o con il gruppo e non rappresenta la linea di Fratelli d'Italia. Pertanto, ho provveduto all'immediato ritiro dell'emendamento", ha annunciato l'esponente di Fratelli d'Italia.

Cosa dice l'emendamento di Fdi

Come raccontato da Fanpage.it, l'emendamento di Fratelli d'Italia al decreto Anticipi in discussione in Senato, presentato in Commissione bilancio, primo firmatario Salvo Pogliese, elimina il divieto di conferire incarichi di vertice o dirigenziali negli enti locali a coloro che siano stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, per uno dei reati contro la Pubblica amministrazione, come peculato, concussione e malversazione di erogazioni pubbliche. L'emendamento è stato firmato anche dai senatori FdI, Raoul Russo, Carmela Bucalo e Salvatore Sallemi.

In sostanza, l'emendamento avrebbe modificato il decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39 "Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico" che prevede l'inconferibilità di incarichi di vertice e dirigenziali in tutte le articolazioni della Pubblica amministrazione (statali, regionali e locali) a chi si è macchiato dei reati contro la Pubblica amministrazione. L'emendamento di Fdi escludeva le amministrazioni locali (quindi i Comuni) dal campo dell'inconferibilità.

Le proteste

Il Partito Democratico aveva chiesto di ritirare la norma: "L'emendamento a prima firma Pogliese che annulla l'incompatibilità per incarichi nelle amministrazioni locali a chi ha subito una condanna anche non passata in giudicato per un reato contro la Pubblica amministrazione è semplicemente assurdo. Si tratta di un emendamento pericoloso di cui non capiamo la ragione. Si tratta di una scelta contraria ad ogni logica di legalità: se l'emendamento venisse approvato i condannati potrebbero essere chiamati, ad esempio, a coprire ruoli di vertice nella macchina amministrativa dei Comuni, come il segretario generale o il direttore generale. Non sappiamo se Giorgia Meloni sia al corrente di questo emendamento e ci auguriamo che la maggioranza lo ritiri. Se così non fosse in Senato faremo una battaglia durissima contro questa scelta", ha detto il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia.

Il leader del M5s Giuseppe Conte aveva commentato la proposta di Fdi con un un messaggio sui social: "Porte aperte ai corrotti nei Comuni. Ecco la geniale trovata di Fratelli d'Italia. Al Senato il partito di Giorgia Meloni ha presentato un emendamento che apre alla possibilità di stendere il tappeto rosso nelle amministrazioni locali a chi è stato condannato per reati contro la Pubblica amministrazione. Anche i corrotti e chi ha depredato i soldi di tutti per i propri vantaggi personali potranno quindi avere tranquillamente un incarico in una amministrazione locale. Con buona pace dei giovani, delle nuove e vecchie competenze che farebbero tanto comodo mentre il Governo colleziona ritardi sul Pnrr. Un'altra salvacorrotti, un altro schiaffo all'Italia che crede nella legalità".

Dopo la notizia del ritiro dell'emendamento Conte ha pubblicato un secondo post su X: "Abbiamo beccato Fratelli d'Italia con le mani nella marmellata. Stamattina abbiamo denunciato il loro emendamento per aprire le porte dei Comuni ai condannati per corruzione e per reati contro la Pubblica amministrazione: la vergogna li ha sopraffatti e hanno dovuto annunciare il ritiro dell’emendamento. Si giustificano parlando di un "errore". La realtà è che abbiamo fermato l'ennesima norma "salvacorrotti". Non consentiamo a nessuno di calpestare il valore della legalità!"

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