Stipendi più alti, reddito di cittadinanza e contratti a termine: cosa cambia con il decreto Lavoro
Gli stipendi di maggio saranno più alti, i contratti a termine si potranno rinnovare più a lungo e il reddito di cittadinanza cambierà nome e formula. Le novità contenute nel decreto Lavoro del governo Meloni sono diverse: si va dalle riforme strutturali alle deroghe, passando per qualche intervento economico che dovrebbe servire – in teoria – a far respirare gli italiani nella morsa dell'inflazione. Il Consiglio dei ministri si riunirà il primo maggio, una data simbolo scelta da Meloni per inviare un messaggio politico: questa è la linea del governo sul lavoro. Il provvedimento – lungo oltre quaranta articoli – porta la firma della ministra Calderone, che ha scelto di accorpare una serie di misure, annunciate ripetutamente, in un unico testo.
Il reddito di cittadinanza sarà riformato e verrà sdoppiato: da un lato la Garanzia per l'inclusione, dall'altro la Garanzia per l'attivazione lavorativa. La prima sarà a disposizione dei non occupabili – ovvero chi non ha nel nucleo familiare un over 60, un minore o una persona disabile – la seconda per chi può lavorare. La prima arriverà a un massimo di 500 euro al mese, la seconda a 350. E ancora: la prima durerà 18 mesi più un rinnovo di 12, la seconda massimo un anno non prorogabile. La soglia di reddito Isee verrà abbassata per tutti: per chiedere l'aiuto non bisogna superare i 7.200 euro.
Un'altra misura molto attesa è il nuovo taglio del cuneo fiscale, che produrrà un aumento delle buste paga già dal mese di maggio. Si parla di una riduzione di un punto percentuale, che porterebbe così un aumento variabile tra i 10 e i 16 euro al mese per i redditi fino a 35mila euro annui. Il taglio si andrebbe così ad aggiungere a quello già in vigore di tre punti sotto i 25mila euro e di due tra i 25mila e i 35mila.
Verrà anche modificato il decreto Dignità, che prevede l'impossibilità di prorogare i contratti a termine oltre i 12 mesi: si passerà a 24, rinnovabili a 36 in determinate condizioni. Ci dovrebbe essere anche uno sgravio del 60% per i datori di lavoro che assumono giovani sotto ai 30 anni e un fondo speciale per risarcire le famiglie degli studenti morti durante la scuola-lavoro.