Stipendi forze di polizia: il governo trova i soldi, si va verso l’accordo
Sembra vicina ad uno sblocco la vertenza sugli stipendi di forze di polizia e militari che aveva già messo in agitazione gli agenti. Secondo fonti del Viminale, infatti, la riunione che si è tenuta a palazzo Chigi tra il Cocer interforze e le principali sigle dei sindacati di polizia con il Governo avrebbe avuto i suoi frutti. All'appuntamento erano presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti ed i ministri Angelino Alfano, Roberta Pinotti e Pier Carlo Padoan che hanno discusso dello sblocco del tetto salariale del personale dei Comparti sicurezza, difesa e soccorso pubblico. "È andata molto bene. È stata confermata la decisione di risolvere la questione del tetto salariale e retributivo. Il lavoro per reperire le risorse è positivamente avviato" ha commentato Alfano dopo l’incontro a Palazzo Chigi. La circostanza è stata confermata dagli stessi rappresentanti sindacali che infatti per il momento hanno sospeso qualsiasi forma di protesta messa in cantiere.
Le risorse per lo sblocco degli stipendi della polizia
A questo punto quindi le risorse per lo sblocco degli stipendi delle forze di polizia sarebbero state trovate e mancherebbero solo i dettagli come lo strumento normativo. A quanto si apprende circa 430 milioni di euro sarebbero stati racimolati scovandoli tra i bilanci dei ministeri dell'Interno e della Difesa, mentre poco più di 500 milioni sarebbero stati recuperati dal ministero dell'Economia. In tutto poco meno di un miliardo di euro in totale. La firma comunque per il momento ancora non c'è e si attende la decisiva riunione dei sindacati con Renzi. I rappresentanti delle forze di polizia attendono con fiducia, ma avvertono: "In attesa di una comunicazione che preannunci la risoluzione della problematica, in modo definitivo e strutturale, qualora la citata riunione di governo non dovesse essere definitivamente risolutiva della vertenza in atto, non potranno che essere confermate tutte le legittime iniziative preannunciate a tutela dei diritti delle donne e degli uomini in uniforme".