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Stipendi e pensioni, perché a dicembre 2024 può arrivare un aumento una tantum e per chi

Anticipare a dicembre 2024 il conguaglio dell’inflazione per le pensioni, e l’indennità di vacanza contrattuale per i dipendenti pubblici, permetterebbe al governo Meloni di spostare queste spese dal bilancio del 2025 a quello di quest’anno, più ‘morbido’ per quanto riguarda le regole europee. L’anticipo era già avvenuto lo scorso anno, ma non è detto che si ripeta.
A cura di Luca Pons
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A dicembre 2024, i pensionati e i lavoratori statali potrebbero ritrovarsi con un aumento una tantum dell'assegno mensile. Al momento, però, si tratta solo di un'ipotesi. A quanto risulta, ci starebbero lavorando i tecnici del ministero dell'Economia per capire se sia un'opzione vantaggiosa. Potrebbe esserlo, perché così la spesa sarebbe conteggiata nel 2024, e non nel 2025, quando scatteranno i vincoli europei più rigidi sui bilanci pubblici. Si tratterebbe della stessa misura già messa in atto lo scorso anno: un anticipo di somme che spetterebbero comunque a pensionati e dipendenti.

Nel caso delle pensioni, si tratterebbe di anticipare a dicembre un conguaglio che normalmente viene versato a gennaio. Ogni anno, infatti, gli assegni pensionistici vengono rivalutati in base all'inflazione. Ma, a novembre, l'Inps comunica il dato definitivo su quanto è aumentato il costo della vita, e in base a questo si recupera l'importo spettante ai pensionati.

Ad esempio, per quest'anno l'inflazione da recuperare segnalata dall'Istat era del 5,4%. Se a novembre l'Inps stabilisse che in realtà l'aumento è stato del 6,4%, allora ci sarebbe un 1% in più delle pensioni da recuperare per tutti i mesi passati. A prescindere dalle percentuali effettive (che probabilmente saranno più basse), questo aumento solitamente viene erogato a gennaio. Ma il governo potrebbe decidere di anticiparlo a dicembre, portando così a un ‘bonus' natalizio. Per quanto, come detto, non si tratti di un aumento straordinario, ma di un incremento già stabilito per legge.

Bisogna ricordare, poi, che quest'anno non tutti i pensionati hanno ricevuto la rivalutazione piena per l'inflazione – cosa che ha portato anche a una causa legale finita davanti alla Corte costituzionale. Solo chi aveva un assegno fino a quattro volte il minimo (2.100 euro lordi al mese circa) ha avuto la rivalutazione completa, mentre per gli altri è stata tagliata. Lo stesso meccanismo si applicherà anche al conguaglio erogato a dicembre o gennaio, dato che riguarda lo stesso anno.

Per quanto riguarda i dipendenti pubblici, invece, è meno chiaro se il governo abbia intenzione di procedere o meno. Ciò che potrebbe arrivare in anticipo è l'indennità di vacanza contrattuale. Si tratta dell'erogazione che spetta ai lavoratori statali per il tempo che passano con un contratto collettivo scaduto – periodo in cui quindi il loro stipendio non può essere adattato al costo della vita.

Lo scorso anno, l'indennità era piuttosto sostanziosa, ed era stata anticipata tutta a dicembre. Quest'anno, i fondi stanziati dal governo (5,5 miliardi di euro) porterebbero a un aumento medio dello stipendio del 5,78%, per i dipendenti pubblici, con la vacanza contrattuale. Il problema, però, è che questi soldi vengono dagli stanziamenti per il rinnovo dei contratti. Quindi, visto che le trattative per i nuovi Ccnl sono già avviate, i sindacati potrebbero chiedere di non usare i fondi per l'indennità, ma di tenerli per permettere di contrattare aumenti di stipendio migliori.

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