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Stipendi differenziati in base alla Regione e meno pensioni anticipate: i consigli dell’Ocse all’Italia

È stato presentato il nuovo rapporto annuale dell’Ocse, che contiene consigli di policy per tutti gli Stati membri: l’Italia dovrebbe investire di più sull’energia green e sull’occupazione femminile, ma anche stimolare la competizione proponendo stipendi diversi in base alle Regioni e ridurre le pensioni anticipate.
A cura di Andrea Miniutti
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Questa mattina è stato presentato il documento "Economic Policy Reforms 2023 – Going for Growth", la nuova edizione del rapporto annuale dell'Ocse che contiene consigli di policy per ogni Paese membro dell'Organizzazione. Sono raccomandazioni che puntano a correggere le storture nei sistemi economici, in modo da appianare le differenze (territoriali, di genere, d'età, etc.) interne agli Stati e stimolare la crescita, oltre che a favorire la digitalizzazione, l'inclusione sociale e la transizione ecologica.

Secondo l'Ocse, l'Italia ha delle leggi antiquate dal punto di vista del settore produttivo e del funzionamento del mercato: ostacolano la concorrenza e non favoriscono lo sviluppo delle piccole aziende. A questo problema va aggiunto un livello di disoccupazione (8,1%) nel 2022 sensibilmente più alto della media dei Paesi membri (5,6%), ben lontano da quello dei cinque Stati che registrano il dato migliore (2,8%). Per l'Organizzazione le riforme urgenti da approvare per sbloccare il potenziale dell'economia italiana sono le seguenti:

  • promuovere la concorrenza – soprattutto nei servizi – applicando il prima possibile la riforma approvata nel 2022;
  • ridurre ancora di più il cuneo fiscale, spostando la tassazione dai lavoratori verso i beni immobili;
  • differenziare gli stipendi su base regionale per stimolare la competizione e l'occupazione;
  • restringere i requisiti d'accesso alle pensioni anticipate per garantire la sostenibilità del sistema previdenziale;
  • ridurre la tassazione per il secondo percettore di reddito in famiglia e investire sui servizi per l'infanzia, in modo da favorire l'occupazione femminile.

Nel rapporto si evidenzia come l'Italia, nonostante la forte esposizione ai problemi della crisi climatica, sia ancora arretrata anche per quanto riguarda la riduzione delle emissioni e la produzione di energia rinnovabile. Non è un caso che tre quarti della popolazione italiana viva in territori inquinati, con la Pianura Padana che è la regione europea con la più alta concentrazione di polveri sottili. Secondo l'Ocse, l'Italia dovrebbe snellire le procedure burocratiche per facilitare l'autorizzazione alla produzione di energia green e investire maggiormente in ricerca per creare nuove tecnologie low-carbon. Il consiglio è anche quello di stimolare la mobilità elettrica costruendo più colonnine di ricarica, uno degli obiettivi del Pnrr che però sta incontrando diverse difficoltà.

C'è poi la sezione sull'inclusione, sulla protezione sociale e sull'invecchiamento della popolazione. Nonostante l'Italia abbia un sistema di redistribuzione piuttosto strutturato, il tasso di povertà è in aumento e l'accesso ai programmi di protezione sociale è complicato. Il che significa che, secondo l'Ocse, il nostro Paese dovrebbe investire proprio in questi progetti, rivedendo le condizioni di accesso su base territoriale e semplificando le procedure per le richieste. Inoltre, è necessario un piano per introdurre nel mercato del lavoro chi riceve sussidi, così da stimolare un progressivo abbandono delle prestazioni assistenziali.

Infine, per quanto riguarda la transizione digitale, l'Italia è indietro sia sulla formazione del personale che sull'impiego delle tecnologie nei servizi, oltre che nella digitalizzazione dei dati, fattori che rallentano molto sia lo scambio di informazioni tra gli enti statali che la capacità di monitorare l'efficienza del settore pubblico. Le raccomandazioni dell'Ocse sono quelle di semplificare i processi di approvazione per la costruzione della rete ultra-veloce, ma anche di standardizzare i corsi di formazione in materia e di investire ulteriormente nella digitalizzazione della pubblica amministrazione.

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