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Stellantis, Uil a Fanpage.it: “Tavares ha mortificato l’Italia, ora Meloni spieghi cosa vuole fare”

Carlos Tavares, ormai ex ad di Stellantis che ha dato le dimissioni domenica, ha “mortificato l’Italia” con la sua gestione. Ora non è troppo tardi per cambiare direzione, ma bisogna “recuperare la fiducia” dei lavoratori. E Giorgia Meloni deve convocare i sindacati per chiarire qual è la sua strategia. Lo ha detto Rocco Palombella, segretario generale di Uilm, a Fanpage.it.
Intervista a Rocco Palombella
Segretario generale Uilm
A cura di Luca Pons
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Sono arrivate ieri, a sorpresa, le dimissioni dell'amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares. A Fanpage.it Rocco Palombella, segretario generale di Uil Metalmeccanici, ha parlato dell'addio dell'ad e di cosa deve cambiare adesso per cambiare la situazione in Italia, dove moltissimi stabilimenti sono in difficoltà e dove nel 2024 la multinazionale arriverà a produrre appena 500mila veicoli, di cui meno di 300mila auto: un record negativo dal 1956 a oggi. Palombella ha commentato anche le indiscrezioni su una possibile buonuscita da 100 milioni di euro per Tavares: "Spero che non sia vero, sarebbe un'offesa. Dovrebbe cederli agli stabilimenti italiani per sdebitarsi di come li ha trattati in questi anni".

Segretario, vi aspettavate le dimissioni di Tavares?

No, non con questa tempistica. Ma con la situazione che si era creata, quanto poteva durare. Rottura con i sindacati, con il governo, risultati drammatici dal punto di vista produttivo. Il mancato intervento del presidente John Elkann aveva fatto capire che gli elementi per le dimissioni c'erano. Pensavamo però che Tavares sarebbe arrivato alla fine del suo mandato, nel 2026, e avrebbe avuto la possibilità di scegliere il proprio successore.

Per l'ad ora si parla però di una possibile buonuscita da 100 milioni di euro, ipotesi non confermata dall'azienda. Sarebbe una beffa per i dipendenti Stellantis?

Spero che non sia vero. Sarebbe veramente l'offesa peggiore che si possa fare nei confronti degli italiani, e soprattutto dei lavoratori che guadagnano in cassa integrazione poco più di mille euro al mese. Cento milioni di euro sono una somma spropositata. Tavares dovrebbe dare un segnale: se prenderà questa somma, la dia agli stabilimenti italiani per come sono stati trattati sotto la sua gestione. Per sdebitarsi. Questa sì che sarebbe una risposta di civiltà, e di moralità.

Rocco Palombella, segretario generale Uilm
Rocco Palombella, segretario generale Uilm

Voi avete scioperato il 18 ottobre, per poi aderire anche alla mobilitazione generale del 29 novembre. Dopo questi momenti di scontro c'erano stati dei passi avanti nel rapporto con l'azienda?

No, nessuna convocazione e nessun clima di rasserenamento negli stabilimenti. Proprio in questi giorni abbiamo registrato un ulteriore inasprimento da parte di Stellantis: una nuova fermata a Mirafiori, commesse non affidate (e quindi mancata internalizzazione dei lavoratori) a Cassino, a Melfi, a Pomigliano…Poche settimane fa, infatti, siamo stati costretti a scrivere alla presidenza del Consiglio per chiedere una convocazione, e in caso contrario procederemo con una autoconvocazione.

Cosa deve fare ora il governo Meloni?

Ci auguriamo che arrivi presto una convocazione a Palazzo Chigi. Capivo, anche se non condividevo, la linea di Meloni di non convocarci quindici giorni fa, in una situazione di rottura. Ma adesso non si può più aspettare, un tavolo è necessario per capire come intendono intervenire. Altrimenti a pagare saranno i più deboli, dai fornitori ai lavoratori di componentistica e logistica.

Ha dichiarato che ora la nuova guida di Stellantis deve segnare una "discontinuità rispetto al passato sugli impegni occupazionali, produttivi e industriali nel nostro Paese".

Immediatamente, sì.

Concretamente cosa significherebbe?

Innanzitutto, nei prossimi giorni vogliamo essere convocati per avere la certezza che questo gruppo voglia realmente recuperare la produzione. Le maestranze sono deluse, è indispensabile recuperare la fiducia delle persone. E lo si fa valorizzando il fattore umano, ciò che i nostri lavoratori sono in grado di realizzare. Una volta recuperato il rapporto con il sindacato, serve un cambio di passo a partire ad esempio dal rinnovo del contratto collettivo Ccsl.

Come sottolineava, le difficoltà di Stellantis in Italia sono molte. È troppo tardi per salvare gli impianti italiani?

Ci sono tante difficoltà, ma gli stabilimenti sono solidi. Dal punto di vista dell'organizzazione e della qualità, sono i migliori in assoluto, le professionalità sono eccezionali. Questo era stato riconosciuto dallo stesso Tavares. Peraltro molti impianti sono nuovi o quasi, come Pomigliano o Cassino. I problemi per l'azienda in Italia non sono sul piano del costo lavoro: sono sulla logistica, sulla tassazione, sui costi dell'energia.

Su questo hanno provato a recuperare, ma lo hanno fatto continuando a spremere i lavoratori degli appalti e della componentistica, riducendo la produzione, lasciando in Italia pochi modelli mentre i nostri modelli ‘storici' li hanno fatti costruire in Spagna, Polonia, Serbia, Algeria… Così Tavares ha mortificato l'Italia.

I problemi di Stellantis sono gli stessi che sta affrontando buona parte del settore automotive nel mondo?

Non solo. La transizione ha colpito un po' tutti, anche altre case di produzione nel mondo. Molti erano impreparati ad affrontarla. Ma qui per Stellantis il problema è almeno doppio: al tema della transizione si aggiunge la mancanza di un vero piano industriale, e soprattutto una mancanza di relazione relazioni con i lavoratori e i sindacati. Ma anche con il governo. Devono andare controcorrente.

In che senso?

Un'azienda di queste dimensioni può mettere in ginocchio l'economia di un Paese, e anche il destino di migliaia di lavoratori. Serve un grande lavoro per cambiare del tutto direzione, adesso. Noi ci auguriamo che avvenga, sotto la responsabilità di John Elkann.

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