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Stefano Di Martino, candidato sindaco di Milano? Letizia Moratti preoccupata dalla spaccatura nel Pdl lombardo

Le elezioni comunali di Milano preoccupano il Pdl, dopo che Stefano Di Martino – vicepresidente della giunta Moratti – minaccia di candidarsi a sua volta per l’esclusione dalle liste elettorali. Il motivo, una condanna in primo grado per la rivolta di Chinatown nel 2007.
A cura di Alessio Viscardi
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Stefano Di Martino, condannato in primo grado per i disordini registrati nella Chinatown cittadina, tenta di spaccare il pdl lombardo dopo essere stato escluso dalla lista in appoggio a Letizia Moratti, candidato sindaco di Milano. A poche settimane dalle elezioni comunali di Milano, una bomba rischia di far esplodere il centrodestra di Roberto Formigoni all'ombra della Madonnina. Stefano Di Martino è l'attuale vicepresidente del consiglio comunale in giunta Mortatti, ora – dopo l'esclusione – minaccia di concorrere come sindaco di Milano proprio contro di lei: “Non ho intenzione di farmi pensionare. In molti mi chiedono di candidarmi” tuona Di Martino.

Mentre il Nuovo Polo per Milano, Palmieri sindaco, rende noto l'elenco dei candidati consiglieri per le elezioni 2011 e comincia la raccolta firme, l'Udc milanese presenta una propria lista, esempio seguito dai Radicali. In questo scenario, la spaccatura all'interno del Pdl rischia di minare la rielezione del sindaco Moratti, sicuramente una vittoria al primo turno diventerebbe soltanto un miraggio. Il ballottaggio, lo sanno bene nel Pdl, è un pericolo anche maggiore delle elezioni e l'ex-ministro dell'Istruzione vorrebbe evitarlo ad ogni costo.

Intanto, Stefano Di Martino va avanti nel proprio proposito: “A questo punto non escludo di candidarmi a sindaco. Me lo stanno chiedendo le associazioni patriottiche e culturali della mia area politica, schifate dal modo in cui sono stato trattato dal Popolo della Libertà”. Il vicepresidente della giunta comunale è stato escluso dalle liste Moratti per la condanna in primo grado per resistenza a pubblico ufficiale: durante la rivolta dell'aprile 2007 nel ghetto cinese di Milano, Di Martino si era scontrato con un vigile urbano. Il Comune si è costituito parte civile nel processo per i danni causati dalla rivolta dei cinesi.

Stefano Di Martino si difende così dalle accuse: “A parte il fatto che si tratta di una condanna in primo grado, della mia vicenda giudiziaria ho parlato con Silvio Berlusconi lo scorso 6 ottobre, prima dell’incontro a Roma con il premier cinese. E sa cosa mi ha detto il Cavaliere? ‘Sei un perseguitato politico come me'. Solo che ora Berlusconi è il capolista del Pdl alle Comunali e io sono stato escluso dalla lista”.

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