Stato di emergenza sanitaria: cos’è e cosa comporta per i cittadini
"Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte, ha deliberato lo stanziamento dei fondi necessari all’attuazione delle misure precauzionali conseguenti alla dichiarazione di “Emergenza internazionale di salute pubblica” da parte della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). È stato conseguentemente deliberato lo stato d’emergenza, per la durata di sei mesi, come previsto dalla normativa vigente, al fine di consentire l’emanazione delle necessarie ordinanze di Protezione civile": così il Consiglio dei ministri, riunitosi questa mattina a Palazzo Chigi, ha dichiarato lo Stato di emergenza previsto per i prossimi 6 mesi, dopo i due casi accertati di coronavirus in Italia. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha quindi precisato che si tratterebbe di misure precauzionali attivate in seguito alla decisione dell'Oms di dichiarare l'emergenza a livello globale.
Ma che cosa comporta, a livello pratico, la dichiarazione dello stato di emergenza? Per prima cosa va sottolineato che, sebbene sia il Consiglio dei ministri a dichiararlo, lo stato di emergenza è un provvedimento definito dalla legge 225 del 1992 sulla Protezione civile. La misura delega al governo dei poteri normalmente attribuiti agli enti locali, in modo da poter garantire un intervento immediato e straordinario coordinato a livello nazionale. Lo stato di emergenza può riguardare diverse calamità e per questo viene classificato in diversi modi: può essere dichiarata un'emergenza per rischio sismico, vulcanico, meteo-idro, ambientale e infine, come in questo caso, sanitario.
Cosa comporta dichiarare lo stato di emergenza
Sul sito della protezione civile si legge:
In Italia gli eventi calamitosi sono classificati in base ad estensione, intensità e capacità di risposta del sistema di protezione civile. Per le emergenze di rilievo nazionale che devono essere, con immediatezza d'intervento, fronteggiate con mezzi e poteri straordinari, il Consiglio dei Ministri delibera lo stato di emergenza, su proposta del Presidente del Consiglio, acquisita l’intesa della regione interessata. Lo stato di emergenza può essere dichiarato al verificarsi o nell’imminenza di calamità naturali o eventi connessi all'attività dell'uomo in Italia. Può essere dichiarato anche in caso di gravi eventi all’estero nei quali la protezione civile italiana partecipa direttamente. Il Codice della Protezione Civile (Decreto legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018), ridefinisce la durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale, portandola a un massimo di 12 mesi, prorogabile di ulteriori 12 mesi.
La delibera dello stato di emergenza stanzia l’importo per realizzare i primi interventi. Ulteriori risorse possono essere assegnate, con successiva delibera, a seguito della ricognizione dei fabbisogni realizzata dai Commissari delegati. Nella delibera viene indicata anche l'amministrazione pubblica competente in via ordinaria che subentra nelle attività per superare definitivamente le criticità causate dall’emergenza. Agli interventi per affrontare l’emergenza si provvede con ordinanze in deroga alle disposizioni di legge ma nei limiti e secondo i criteri indicati con la dichiarazione dello stato di emergenza e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico. Le ordinanze sono emanate dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile, se non è diversamente stabilito con la deliberazione dello stato di emergenza. L’attuazione delle ordinanze è curata, in ogni caso, dal Capo del Dipartimento. Allo scadere dello stato di emergenza viene emanata un’ordinanza “di chiusura” che disciplina e regola il subentro dell'amministrazione competente in via ordinaria.
Rischio sanitario, che differenza c'è rispetto agli altri stati di emergenza
Per quanto riguarda le emergenze di tipo sanitario, come quella provocata dal coronavirus, la Protezione civile specifica che emerge "ogni volta che si creano situazioni critiche che possono incidere sulla salute umana". Da un punto di vista pratico, viene sottolineata l'importanza di pianificare in modo efficace la "risposta dei soccorsi sanitari" portando avanti, allo stesso tempo, "un'attività di sensibilizzazione sui comportamenti da adottare in caso di rischio". Inoltre, durante le emergenze "vengono attivate le procedure di soccorso previste nei piani comunali, provinciali e regionali".
Il ministro Speranza ieri sera ha voluto tranquillizzare i cittadini affermando che non cambierà nulla per la loro quotidianità, ma che si stanno semplicemente innalzando i livelli di attenzione. "Ieri sera ho firmato alle 21 il provvedimento che blocca tutti i voli, chiaramente quelli in cielo devono atterrare. Vogliamo dare un messaggio di assoluta serenità, il nostro servizio sanitario è molto forte e abbiamo fin dall'inizio posto il livello di attenzione più alto in Europa. Siamo l'unico Paese che ha dichiarato lo stato di emergenza oltre alla Cina, lo facciamo per un principio di precauzione, anche se i numeri sono molto bassi, con poche unità di casi al di fuori dalla Cina. Pensiamo però che sia il giusto segnale di rigore e serietà. Il servizio sanitario nazionale è forte e in condizioni di difendere il nostro Paese. Può accadere che ci siano altri riscontri nei prossimi giorni e faremo tutto quello che possiamo per arginarlo", ha commentato il ministro. "Io – ha rimarcato in conclusione – continuo a chiedere una riunione urgente dei ministri della Salute europei".