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Stato di emergenza, governo spaccato sulla proroga: cosa cambia e perché Draghi prende tempo

Il governo si spacca (ancora) sulla proroga dello stato di emergenza. Draghi prende tempo, ma mancano meno di tre settimane alla scadenza del 31 dicembre.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Da un lato la Lega e le Regioni, dall'altro il Partito Democratico e gran parte della maggioranza di governo. Da fuori Giorgia Meloni che chiede di "ripristinare i diritti". Lo stato di emergenza fa discutere ancora, come già successo in qualsiasi altra occasione in cui è stato necessario un prolungamento durante l'era Draghi, e spacca la maggioranza. Dopo le indiscrezioni su un'eventuale proroga oltre il 31 dicembre circolate alla fine della scorsa settimana e confermate dal sottosegretario Costa, è intervenuto il presidente della Conferenza delle Regioni – il leghista Fedriga – per dettare la linea: "Non è necessario – ha spiegato ieri alla Stampa – se servono delle misure ad hoc possiamo prendere dei provvedimenti mirati svincolati dallo stato di emergenza". Grande unità, però, non c'è. Già il presidente della Calabria Occhiuto – di centrodestra, ma di Forza Italia – si era detto favorevole, mentre oggi il governatore dell'Emilia Romagna Bonaccini spiega a Repubblica che "servono rapidità ed efficacia". Insomma, serve la proroga.

Dal palco di Atreju, durante l'intervento di chiusura, Giorgia Meloni ha toccato anche questo tema: "Leggo che Draghi starebbe valutando di mantenere le strutture dello stato di emergenza senza prorogarlo. Quindi si poteva fare, come Fratelli d'Italia sostiene da mesi – ha attaccato la deputata romana – Allora non si è voluto fare e sapete perché? Perché la sinistra ha usato fin dall'inizio la pandemia per limitare le libertà degli italiani". E poi "dopo due anni non si può più parlare di emergenza – ha insistito – Bisogna ripristinane la pienezza dei diritti democratici, lo stato di emergenza non si può prorogare".

Dal governo il ministro della Salute Speranza, al momento, non si espone. Anche se resta sulla linea del rigore portata avanti dall'inizio della pandemia di Covid, che ci ha permesso di affrontare la quarta ondata meglio di altri Paesi. A parlare è il consulente del ministro, Walter Ricciardi, in un'intervista alla Stampa: "Sarà un inverno durissimo – ha spiegato – proroga dello stato di emergenza? Dal punto di vista sanitario assolutamente sì".

Intanto a Palazzo Chigi sono ore di intensa riflessione. Draghi continua a prendere tempo su una questione cruciale come il prolungamento dello stato di emergenza. Si riunirà una cabina di regia tra la fine di questa settimana e l'inizio della prossima, quando ormai mancheranno dieci giorni alla scadenza. Fino all'ultimo si valuteranno i dati, per carità, ma con ventimila casi di Covid al giorno i dubbi sulla situazione da qui a due settimane non è che siano molti. Il presidente del Consiglio cercherà la quadra con la maggioranza ancora una volta, e non sarà facile. Ma secondo alcune indiscrezioni Draghi starebbe prendendo tempo anche per riflettere bene su un altro punto: non prorogare lo stato di emergenza gli permetterebbe di svincolarsi più facilmente se decidesse di correre per il Quirinale (ammesso che non si sia già convinto), mentre sarebbe più difficile lasciare la guida del Paese in un contesto ancora emergenziale. Certo è che la pandemia non finirà a gennaio, stato di emergenza o meno.

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