Stati Generali M5s, Conte: “Cambiare idea per servire il paese è un valore”
Oggi si attende il dibattito conclusivo degli Stati Generali del M5s. Ad aprile i lavori di quest'ultima sessione sarà il capo reggente Vito Crimi, che verrà seguito poi alle 15:30 dall'intervento del presidente del Consiglio Conte, l'ospite principale. Quindi toccherà al capo delegazione del M5s al governo, Alfonso Bonafede. La discussione pubblica segue i tavoli di lavoro nazionali, su temi come sanità, lavoro, fisco scuola, a cui partecipano questa mattina (lo hanno già fatto ieri) 305 delegati scelti dagli oltre 8mila iscritti che hanno preso parte alle riunioni locali nell'ultimo mese. Dai tavoli di lavoro emergerà poi un documento di sintesi.
In questa fase conclusiva sarà data la parola a 30 oratori, votati da 26.365 iscritti da una lista di quasi 1000 candidati. Sono stati scelti in tutto 21 uomini e 9 donne: 11 deputati, 4 senatori, 1 parlamentare europeo, 1 consigliere regionale, 5 consiglieri comunali, 1 consigliere municipale e 7 attivisti. Tanti i big del Movimento che interverranno: l'ex capo politico Luigi Di Maio, il presidente della Camera Roberto Fico, l'ex parlamentare Alessandro Di Battista, la vicepresidente del Senato Paola Taverna, il viceministro allo Sviluppo economico Stefano Buffagni, ex ministri come Elisabetta Trenta, Giulia Grillo, Danilo Toninelli. Unica ministra dell'attuale governo tra i relatori è Lucia Azzolina, titolare dell'Istruzione. A loro spetta il compito di commentare quanto emerso dalle assemblee regionali.
La votazione si è svolta naturalmente online, sulla piattaforma Rousseau. Le preferenze espresse sono state 57.172 (ogni iscritto poteva votare fino a tre candidati). Ma il numero di voti ottenuto da ciascun candidato non sarà reso noto, al meno per il momento: è stata pubblicata solo la lista degli iscritti in ordine alfabetico. La decisione di non divulgare queste informazioni, presa da Crimi, è stata interpretata dai più come la volontà di non alimentare divisioni, evitando così una conta che avrebbe potuto alzare il livello dello scontro.
Polemiche si sono registrate nei giorni scorsi, sollevate da chi è stato escluso dal dibattito. Grande assente di oggi Davide Casaleggio, che ieri ha scritto un post al veleno su Facebook, spiegando il motivo della sua assenza: "Leggendo il documento di guida della discussione del primo giorno, registro che molte decisioni sono già state date per acquisite e si chiedono solo i dettagli. Su altre, come la questione sul vincolo dei due mandati l'indicazione dai territori è stata chiara, ossia che rimanga intoccabile, ma al primo punto del documento guida si indica esplicitamente di dibattere su eventuali deroghe da adottare. Penso sia doveroso pubblicare i voti sia dei delegati del sabato sia dei relatori della domenica prima dell'evento, come anche i verbali delle riunioni provinciali e regionali, nella versione originale, che riportino i risultati degli incontri ufficiali nei quali tutti hanno potuto partecipare e che oggi non sono pubblici".
La discussa regola dei due mandati, su cui secondo l'europarlamentare Giarrusso ha assicurato c'è una sostanziale unità, potrebbe essere però ritoccata, permettendo per esempio alla sindaca di Roma Virginia Raggi, di correre per il Capidoglio anche se un'eventuale vittoria le assegnerebbe un terzo mandato (era stata già consigliere comunale). Al momento, se la regola dei due mandati rimanesse quella delle origini, metà dell'attuale gruppo dirigente dovrebbe lasciare il Parlamento a breve. Nel documento che raccoglie le proposte a livello nazionale, si legge che si potrebbe "concedere la possibilità di svolgere un terzo mandato per meriti speciali, previa votazione favorevole sulla piattaforma Rousseau". Ma su questa deroga non sono tutti d'accordo. "Sono bastati tre o quattro interventi pilotati per rendere possibile il terzo mandato per i possessori di meriti speciali e mandare all’aria la volontà di migliaia di attivisti e quella di milioni di elettori", tuona l'europarlamentare Pedicini.
Tra le questioni aperte c'è anche il tema delle alleanze, e naturalmente la scelta della nuova leadership, che sarà sicuramente collegiale. Dopo settimane di annunci di scissione, che sembrano essere rientrati, quella di oggi sarà una tappa fondamentale per decidere il futuro del M5s. Ma i nomi di chi farà parte della nuova leadership collegiale non verranno comunicati oggi. Quello che emergerà dalla sessione pomeridiana sarà un documento di sintesi, in cui verrà messo nero su bianco il superamento di una leadership individuale, a favore di una sorta di segreteria (si fa già il nome di Paola Taverna, ma anche quello di Luigi Di Maio). Da domani infatti partirà un percorso online, e l'ultima parola sarà lasciata agli iscritti.
Conte agli Stati Generali: "Cambiare idea per servire il paese è un valore"
Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è intervenuto agli Stati Generali del Movimento 5 Stelle: il premier ha lodato l'impegno dei due capi politici coi quali ha collaborato (Di Maio e Crimi) e soprattutto quello di ministri e sottosegretari che fanno parte della squadra di governo e stanno gestendo l'emergenza sanitaria legata al Covid-19. Conte ha ricordato le principali battaglie dei grillini invitandoli a far sempre prevalere il senso di responsabilità nei confronti del paese rispetto alla coerenza e anche alle promesse fatte in campagna elettorale: "La coerenza è un valore, ma governare significa gestire delle complessità. Se essere coerenti non è utile al paese si ha l'obbligo di cambiare idea".