Starlink, Fratoianni a Fanpage: “Metterci in mano a Musk è un pericolo, non si può privatizzare tutto”
Nella conferenza stampa di fine anno di Giorgia Meloni, tra i tanti temi toccati dalla premier c'è stato anche – e soprattutto – quello del rapporto con Elon Musk e delle trattative per l'utilizzo di Starlink, il servizio di satelliti per permettere una maggiore copertura della banda larga e anche eventualmente per le comunicazioni strategiche (come quelle dell'esercito) in varie parti del mondo. Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana e deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, ha risposto alle domande di Fanpage.it sul tema attaccando la scelta del governo di avvicinarsi all'azienda di Musk.
Sul caso Starlink, Giorgia Meloni ha detto che le trattative sono ancora in una fase iniziale e che al Parlamento arriveranno più informazioni se si deciderà di procedere. Manca trasparenza?
Che arrivino altre informazioni se si decidesse di procedere mi pare il minimo sindacale. E non è questo ciò che noi abbiamo contestato al governo. Abbiamo posto un'altra questione, di carattere strategico, che va oltre il tema della trasparenza. Ha a che fare invece con la direzione di marcia che assume un grande Paese come il nostro – un Paese del G7, uno dei Paesi fondatori dell'Europa di oggi – di fronte a una questione cruciale come quella degli asset strategici, delle nuove tecnologie, del controllo dei dati e delle informazioni, della sicurezza nazionale.
Affidare tutto ciò a un monopolista privato – al più grande monopolista privato al mondo, a prescindere qui dalle sue idee – è drammaticamente pericoloso e sbagliato. Questo è il punto politico, enorme, che noi abbiamo posto e sul quale continuiamo a non avere alcuna risposta.
Ci dicono: "Ma voi ve la prendete con Musk perché è di destra". Non è affatto vero, o almeno non è affatto vero rispetto a questo nodo. Io combatto le idee di Musk, politicamente e culturalmente; credo che sia un enorme problema il fatto che Musk utilizzi i suoi soldi e i suoi strumenti tecnologici per cercare di influire sulle elezioni tedesche favorendo i nazisti di AfD, piuttosto che da qualche altra parte favorendo l'estrema destra di turno. Ma questo è il terreno della battaglia politica.
Quel che invece riguarda la sovranità nazionale ed europea, cioè l'autonomia di un grande Paese, di uno spazio comune come quello europeo, è tutt'altra questione. Questa questione non può essere derubricata con una battuta come ha fatto Giorgia Meloni.
Concretamente, quali sono i rischi di dare in mano a un privato (in questo caso Musk) un settore strategico come quello delle comunicazioni?
Partiamo da un elemento: il nostro Paese ha già cominciato. Abbiamo svenduto la rete di Telecom a un fondo americano privato che si chiama Kkr, non ne siamo più proprietari. Quando non si è proprietari di un asset strategico quello che può succedere è che le scelte strategiche che riguardano il nostro Paese non siano più nella nostra disponibilità. Può succedere che un giorno il proprietario di quell'asset che decida di spegnere la luce, di prendersi i dati e le informazioni, di orientarle in un altro modo, o semplicemente di condizionare la direzione di marcia che un Paese ha scelto di assumere.
Una democrazia è condizionata dal voto popolare, dal controllo pubblico…un'impresa privata non è condizionata dalle stesse norme e leggi. Questo è il problema principale che abbiamo. Non si può privatizzare tutto. È la stessa ragione per cui noi pensiamo che privatizzare altri settori della vita pubblica sia sbagliato, ma qui questa scelta sarebbe ancora più pericolosa e sbagliata.
Il problema che ha posto Meloni è: al momento un'alternativa pubblica non c'è. O ci affidiamo a un privato (che sia sia Musk o qualcun altro) o dobbiamo aspettare anni per avere un'alternativa, perché a lungo Italia Europa non ci hanno investito. Ha ragione?
Che l'Italia e l'Europa siano molto in ritardo è vero, noi lo segnaliamo da molto tempo. Che questo ritardo implichi l'abdicazione ad un ruolo pubblico, invece, è del tutto sbagliato. Del resto altri grandi Paesi europei che non stanno ricorrendo ai servizi di Elon Musk. La nostra difesa nazionale esiste e funziona anche senza un contratto con Starlink. Dunque non capisco la ragione di questa accelerazione. Si aumenti l'investimento, si cominci a correre, si recuperi il tempo perduto.
Ci sono – o meglio c'erano – investimenti significativi anche nel Pnrr per aumentare la capacità del nostro Paese su questo fronte. Dove stanno questi provvedimenti, visto che Giorgia Meloni rivendica, tra le tante cose che dice di aver fatto come nessun altro aveva fatto prima, la realizzazione del Pnrr? Insomma, se c'è un ritardo, e un ritardo c'è, si tratta di capire come colmarlo. Non come aggirare l'ostacolo verso la direzione del privato.
Una domanda sulla liberazione di Cecilia Sala. Il governo ha rivendicato l'operazione come un successo: come pensa che sia stata gestita la vicenda?
Il governo ha fatto bene a rivendicarlo. Bene il governo, la diplomazia, i nostri servizi. Tutte e tutti abbiamo detto: "Si faccia tutto il possibile per riportare Cecilia Sala a casa". Ora che è tornata è giusto che da tutti ci sia non solo gioia e soddisfazione, ma anche un plauso a chi ha lavorato più direttamente a questo obiettivo. Come è giusto riconoscere alle opposizioni di aver cooperato con le richieste che venivano dalla parte del governo.
Poi vedremo in futuro se e come sono stati inseriti in questa trattativa elementi che possono essere oggetto di un'altra discussione. Ad oggi, però, non ne abbiamo contezza e l'unica cosa che dal mio punto di vista seriamente è giusto dire è: complimenti a chi ha fatto questo lavoro.
Due domande rapide sull'economia. Ci aspetta nei prossimi mesi un nuovo caro-bollette: concretamente cosa dovrebbe fare il governo per affrontarlo? Dall'altra parte, quest'anno dovrebbe scattare il taglio di un centesimo delle accise sulla benzina, compensato con l'aumento di un centesimo delle accise sul gasolio. Cosa ne pensa?
Penso che siamo di fronte al teatro dell'assurdo. La Giorgia Meloni che tutte e tutti hanno conosciuto negli anni dell'opposizione era la Giorgia meloni dei video, degli slogan, delle urla e delle grida contro le accise: "Le taglieremo, le azzereremo". Come si vede, niente di tutto questo è all'orizzonte. Quello che è all'orizzonte, invece, è un aumento ulteriore del costo della vita. Quello che misuriamo anche col caro bollette, ma non solo, di fronte ad una stagnazione drammatica dei salari e delle pensioni.
Anzi, anche le pensioni le hanno aumentate: di un euro e 80 al mese. Mentre venivo qui una signora per strada mi ha fermato e mi ha detto "Guardi, glieli darei dalla mia borsetta. Se glieli può portare, quell'euro e 80", con cui oggi non si compra neanche una caramella. Di fronte alla diseguaglianza che cresce, a 4 milioni e mezzo di italiani che hanno rinunciato alle cure (in buona parte perché non se lo possono più permettere), ancora una volta le risposte del governo sono propaganda. E la propaganda è qualcosa che può essere fatto bene o male, ma con la quale comunque non si mangia.