Stangata per gli automobilisti, come cambiano tariffe dell’autostrada e prezzo della benzina nel 2023
Dalle autostrade alla benzina, il 2023 inizia con un aumento dei costi per chi viaggia in auto. Con la fine del 2022 e l'inizio di un nuovo anno, infatti, da una parte sono state aggiornate le tariffe autostradali, mentre dall'altra sono scaduti i tagli alle accise sul carburante che il governo aveva fissato.
Autostrade per l'Italia, i prezzi salgono del 2% nel 2023
Per quanto riguarda i viaggi in autostrada, dal 1° gennaio 2023 le tariffe aumentano del 2% rispetto al 2022 per le tratte gestite da Autostrade per l'Italia (Aspi), che sono circa la metà di tutte le tratte in Italia. Lo ha confermato il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini. A luglio 2023 ci sarà un altro aumento, più leggero, dell'1,34%.
Nei mesi scorsi, l'amministratore delegato di Aspi, Roberto Tomasi, aveva parlato pubblicamente di una richiesta di aumentare i pedaggi dell'1,5% per il 2023. Nella nota sul tema, il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha detto che "un aumento che sfiorava il 5% è stato scongiurato" e che "l'incremento sulle tratte interessate è inferiore all'inflazione".
Il governo Meloni è il primo ad aumentare le tariffe di Autostrade per l'Italia da oltre quattro anni. Infatti dal 2018, l'anno del crollo del ponte Morandi a Genova, le tariffe di Aspi non erano più state aumentate, mentre prima crescevano quasi automaticamente ogni anno. Dal 2021, la società è controllata dallo Stato (tramite la Cassa depositi e prestiti), che l'ha comprata dalla holding Atlantia, gestita dalla famiglia Benetton. In altri Paesi europei, gli aumenti sono stati più forti: il 4,7% in Francia, il 4% in Spagna (dove, però, la richiesta del gestore era dell'8,4%).
Benzina, ritornano le accise e il prezzo sale di 18 centesimi al litro
Sempre dal 1° gennaio, finiscono gli sconti sulla benzina che erano stati introdotti a marzo 2022 dal governo Draghi e poi ridotti dal governo Meloni già a partire dal 1° dicembre 2022. In pratica, il prezzo della benzina alla pompa aumenterà di circa 18 centesimi.
Quando il governo Draghi aveva lanciato la misura, lo sconto era di circa 30,5 centesimi sulla benzina. Era poi stato sempre rinnovato, fino al 30 novembre, quando era passato a 18 centesimi. Nel 2023, invece, non ci sarà più alcun taglio delle accise, e i prezzi torneranno ‘pieni'. Il Codacons, associazione per i diritti dei consumatori, ha stimato che la spesa in media sarà di 9,15 euro al pieno. In un anno, in media, si spenderanno quasi 220 euro in più.
Da una parte, la decisione di eliminare i tagli alle accise sulla benzina va in controtendenza rispetto alle battaglie portate avanti dalla maggioranza di governo. In passato, sia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sia il segretario della Lega e ministro dei Trasporti Matteo Salvini, si sono espressi duramente contro le accise e hanno promesso di tagliarle. Ora, invece, si trovano a riportarle in vigore.
Dall'altra, il taglio delle accise ha un costo significativo. In Italia ogni anno si spendono circa 60 miliardi di euro per acquistare carburanti, e poco più della metà (circa 35 miliardi di euro) vanno allo Stato. Il taglio deciso del governo Draghi è costato attorno ai 9 miliardi di euro, secondo alcune stime.
In più va ricordato che a marzo 2022, quando venne introdotto il taglio delle accise, il prezzo della benzina era a circa 2 euro al litro, secondo i dati del ministero dell'Ambiente. Nella settimana dal 19 al 25 dicembre 2022, invece, sempre secondo il ministero, il prezzo è stato in media di 1,689 euro al litro. Una differenza di oltre 30 centesimi al litro.