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Stalking, il Parlamento corre ai ripari: non si potrà più estinguere il reato con un risarcimento

A seguito della polemica scatenata dalla sentenza emanata dal tribunale di Torino che ha permesso a un uomo accusato di stalking di estinguere il reato offrendo un risarcimento da 1.500 euro alla vittima, ora il Parlamento cerca di correre ai ripari e si appresta ad approvare un emendamento che impedirà agli accusati di stalking di accedere allo strumento della giustizia riparativa.
A cura di Charlotte Matteini
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Sono passate poche settimane dalla sentenza del tribunale di Torino che ha permesso a un uomo, accusato di stalking, di estinguere il reato offrendo un risarcimento da 1.500 euro alla sua vittima – risarcimento peraltro non accettato dalla ragazza ma condiderato comunque valido e confruo dal giudice – una possibilità prevista da una norma contenuta all'interno della riforma della giustizia penale varata la scorsa estate e fortemente contestata dalle opposizioni, soprattutto dalla parlamentare forzista e madre della legge contro lo stalking, Mara Carfagna.

"Detta offerta reale non è stata accetata dalla persona offesa”, si leggeva nella sentenza di non luogo a procedere emanata dal Gup del Tribunale di Torino. Nonostante la ragazza avesse rifiutato il risarcimento, per il giudice "tale somma è congrua rispetto ai fatti e di conseguenza deve essere emessa sentenza di non doversi procedere per essersi il reato estinto per condotte riparatorie”. Insomma,il problema è sorto sostanzialmente perché la norma che regola l'accesso alla giustizia riparativa non prescrive che per la cancellazione del reato a carico dell'accusato sia necessario che la somma venga accettata dalla vittima, dunque lascia potere discrezionale al giudice, che può anche decidere – come in questo caso – di considerare congrua un'offerta rifiutata dalla vittima.

Dopo il patatrac giudiziario dello scorso ottobre, il Parlamento sta ora cercando di correre ai ripari e mettere una pezza al danno. In sostanza, nel corso delle prossime settimane dovrebbe essere approvato un emendamento che cancellerà di fatto la possibilità di fare ricorso alla giustizia riparativa in caso di reato di stalking. "Approveremo l'emendamento entro novembre", ha assicurato Donatella Ferranti, deputata dem e presidente della Commissione giustizia della Camera. All'emendamento sono favorevoli moltissime forze di maggioranza e opposizione, daForza Italia al Partito Democratico fino al M5S. Molto probabilmente a essere approvato sarà l'emendamento presentato lo scorso luglio proprio dall'onorevole Mara Carfagna, che immediatamente protestò contro la norma.

Aggiornamento: Il governo ha presentato un emendamento al decreto legge fiscale, all'esame della commissione Bilancio del Senato, che prevede l'impossibilità di risarcimento economico per i reati di stalking. I reati di stalking, quindi, non potranno più essere estinti attraverso le condotte riparatorie. "Questa mattina – riferisce su Facebook la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi – ho presentato a nome del governo un emendamento per escludere il reato di stalking dal novero dei reati estinguibili con condotta riparatoria, vale a dire quei reati estinguibili anche tramite il risarcimento alle vittime. Noi siamo convinti che lo stalking non possa essere considerato alla stregua di altri reati. Non è un reato come un altro per tutte quelle donne che ogni giorno hanno paura di uscire di casa e la cui dignità è stata lesa in profondità per il resto della vita. Non lo è per tutte quelle vittime che hanno il terrore di controllare il telefono, di portare i propri figli a scuola, di andare al lavoro e di tornare a casa da sole la sera, pagando ogni giorno le conseguenze dei traumi subiti. In un Paese libero la libertà personale viene prima di tutto. Compito dello Stato è garantire questo diritto a tutte".

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