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Firenze, per il ministro Valditara la lettera della preside contro il fascismo è stata “impropria”

La lettera di una preside sull’aggressione a Firenze è circolata in rete, ieri: “Il fascismo è nato ai bordi di un marciapiede”, recita. Il ministro Valditara ha detto che è stata “impropria” e “non ha nulla a che vedere con la realtà”. Se “l’atteggiamento persisterà” si potrebbero prendere “misure”, ha detto.
A cura di Luca Pons
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Sabato scorso, 18 febbraio, davanti al liceo classico Michelangiolo di Firenze un gruppo di studenti del collettivo Sum sono stati aggrediti da alcuni militanti di destra, in un atto che si può definire di vero e proprio squadrismo. La polizia ha identificato sei ragazzi – tre maggiorenni e tre minorenni – che sarebbero coinvolti, appartenenti all'organizzazione di estrema destra Azione studentesca.

Ieri, dopo una giornata di cortei che hanno sfilato a Firenze martedì per dire no al fascismo in città, è circolata velocemente la lettera di una preside: Annalisa Savino, che dirige il liceo scientifico Leonardo Da Vinci. Nella circolare ai suoi studenti, Savino ha citato Antonio Gramsci e ha espresso una condanna dura sull'accaduto: "Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone, è nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a se stessa da passanti indifferenti".

Questa mattina, il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha dichiarato che la lettera è stata "del tutto impropria". Intervistato a Mattino 5, il ministro ha detto: "Mi è dispiaciuto leggerla, non compete a una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà". Infatti, ha continuato Valditara, "in Italia non c'è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c'è alcun pericolo fascista, difendere le frontiere non ha nulla a che vedere con il nazismo o con il fascismo".

Il riferimento è a un passaggio della lettera che dice: "Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato col suo nome, combattuto con le idee e la cultura". Iniziative come questa circolare sono "strumentali" ed "esprimono una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole". Addirittura, il ministro ha detto che "se l'atteggiamento dovesse persistere, vedremo se sarà necessario prendere misure".

La risposta di Fratelli d'Italia alla preside: "Parli anche dei morti del comunismo"

Sono arrivate anche le reazioni della politica alla lettera in questione. Da una parte, il sindaco di Firenze Dario Nardella (Pd) ha dichiarato che "i pestaggi avvenuti da studenti di Azione studentesca davanti al liceo Michelangiolo hanno portato il silenzio di alcune istituzioni, ma hanno aperto il megafono della cultura e dell’istruzione, la migliore parte dell’Italia. Grazie alla preside del liceo ‘Leonardo Da Vinci’ per la sua riflessione chiara e pacata. Firenze sarà sempre antifascista". Dall'altra, invece, il vice capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera Alfredo Antoniozzi ha raccomandato "alcune integrazioni".

In particolare, l'esponente del partito di Giorgia Meloni ha suggerito alla preside di citare anche "i novanta milioni di morti generati nel mondo dal comunismo, le foibe, le sanguinarie repressioni di Praga e Budapest, l'attualità di una Cina in cui non esistono i diritti civili". In più, per non farsi mancare nulla, nella lettera di Savino "manca la cosa più importante e cioè il rifiuto di ogni tipo di violenza politica".

Il consiglio regionale della Toscana condanna l'aggressione, ma Lega e FdI non votano

Sempre a proposito dell'aggressione a Firenze, ieri il consiglio regionale della Toscana ha approvato una mozione per esprimere "solidarietà agli studenti vittime di episodi di squadrismo, ferma condanna degli atti di violenza e preoccupazione per il clima di odio". Una formulazione che non è piaciuta a Lega e Fratelli d'Italia: i consiglieri del partito di Matteo Salvini si sono astenuti, mentre i meloniani hanno deciso di non partecipare al voto.

Elena Meini, della Lega, ha detto che "è un dovere di tutte le forze politiche porre una ferma condanna a qualsiasi atto di violenza", ma "abbiamo la responsabilità di evitare la strumentalizzazione politica che porta ad alimentare altre forme di odio, violenza, discriminazione", dato che "di vicende come questa nei giornali ne abbiamo viste altre, sia da destra sia da sinistra".

Fratelli d'Italia, con il consigliere Francesco Torselli, ha invece ricordato che le indagini sono ancora in corso e che si è tenuto un "corteo antifascista" dove "sono stati scanditi slogan di violenza verbale in cui si inneggiava alle foibe, che esprimevano minacce verso il presidente del Consiglio e offese verso le istituzioni". Per questo, l'intenzione di FdI sarebbe stata piuttosto di condannare "qualsiasi forma di violenza, utilizzata per propaganda o per lotta politica, a prescindere dalla sua provenienza".

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