Spostamenti tra Regioni, ognuna ha le sue regole: cosa bisognerà fare, dai controlli ai test
Dal 3 giugno sarà nuovamente possibile spostarsi tra le diverse Regioni italiane. Niente più limitazioni, nonostante le proteste di qualche presidente di Regione. E, di conseguenza, niente più autocertificazione per giustificare gli spostamenti. Rimane, però, il timore di un’ondata di casi nelle Regioni finora meno colpite, soprattutto quelle del Sud. Per questo alcune puntano a registrare tutti gli ingressi e ad effettuare i test sierologici su chiunque arrivi. Nessun test obbligatorio, però, sarà concesso. Al massimo su base volontaria. Prima del 3 giugno non ci saranno nuovi provvedimenti: gli spostamenti tra Regioni sono già consentiti dal decreto del 18 maggio. Le Regioni, inoltre, insieme al governo potranno decidere ulteriori misure restrittive e istituire nuove zone rosse.
La situazione Regione per Regione: dai controlli ai test
Sono molte le Regioni che hanno criticato la scelta del governo di aprire tutti i confini, compresi quelli della Lombardia, più colpita di tutto il resto d’Italia. Tra i più polemici c’è il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che sta pensando a controlli e test rapidi. In Sicilia Nello Musumeci sta studiando un protocollo per i turisti, a cui potrebbe chiedere di verificare la provenienza ed eventuali casi sospetti in famiglia. Sembra esclusa, però, la quarantena all’arrivo. Ancora più intransigente Christian Solinas, che continua a chiedere il tampone o il test per chiunque arrivi in Sardegna. Ma il passaporto sanitario è già stato dichiarato incostituzionale, oltre che inutile.
Più soft la linea di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia: l’unica cosa che verrà fatta sarà chiedere “la cortesia, non l’obbligo” ai turisti di segnalare la loro presenza. Ci si affida alla responsabilità individuale. Scetticismo viene espresso dal Lazio, che ipotizza una quarantena per chi arriva dalla Lombardia. Contraria anche la Toscana, che con Enrico Rossi ritiene affrettata l’apertura generalizzata. In Calabria Jole Santelli, invece, invita tutti i turisti del Nord a scoprire la sua terra. Senza restrizioni e controlli.
I controlli all’ingresso delle Regioni e i test
Dopo un duro scontro tra alcune Regioni e il governo, negli ultimi giorni le posizioni sembrano essersi leggermente ammorbidite. Anche il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, sembra non contrapporsi ad alcuni controlli che potrebbero aiutare a contenere i contagi. Quindi ha in parte accolto le richieste del Sud, Sardegna e Sicilia in primis, ma escludendo il passaporto sanitario. I test sierologici, invece, saranno possibili ma solo su base volontaria: sarà il turista a scegliere se sottoporsi o meno al controllo.
I controlli su aerei, treni e autostrade
Gli spostamenti saranno liberi ma ci saranno controlli prima di prendere un aereo o di imbarcarsi su navi e traghetti. Non solo la misurazione della febbre, ma anche il tracciamento dei passeggeri, per permettere di contattarli nel caso in cui ci sia un positivo a bordo. In caso di contatti diretti, inoltre, saranno costretti a sottoporsi alla quarantena. Una volta arrivati in aeroporto o al porto, i turisti dovranno compilare (non ovunque, ma forse solo in alcune Regione) un modulo con le informazioni su quanto accaduto prima del viaggio.
I presidenti di Regione devono decidere quali informazioni vogliono richiedere. Il questionario potrebbe essere sottoposto anche ai familiari, per sapere se chi arriva ha avuto contatti con persone positive. I moduli verranno poi conservati per 14 giorni. Per i viaggi in treno o in macchina, invece, il compito di affidare il questionario ai turisti potrebbe essere delegato agli albergatori o a chi gestisce le case in affitto, che dovrebbero sottoporlo agli utenti in arrivo.