Spostamenti tra piccoli Comuni, verso il sì a Natale: si valuta anche chiusura ristoranti a pranzo
Si fa sempre più concreta l'ipotesi di una deroga al divieto di uscire dal proprio Comune nei giorni del 25 e 26 dicembre e nel giorno di Capodanno. Ma è probabile che il sì agli spostamenti sia concesso a Natale solo per i movimenti tra piccoli Comuni vicini, che abbiano massimo 15mila abitanti, magari per permettere a famiglie che abitano a pochi chilometri di distanza di vedersi. No quindi agli spostamenti liberi per tutti, come chiedevano alcune Regioni di centrodestra, ma anche Italia viva.
La linea rigorista all'interno del governo ha prevalso, e si pensa ora a una stretta ulteriore, oltre alle misure già varate con il dpcm del 3 dicembre, perché non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Di questo si discuterà oggi durante la riunione dei capidelegazione della maggioranza, che forse verrà estesa ai capigruppo. L'ultima parola spetterà però al Parlamento, come ha ricordato nei giorni scorsi il presidente del Consiglio Conte: "Se il Parlamento, assumendosene tutta la responsabilità, vuole introdurre eccezioni per i Comuni più piccoli, che possa avere una logica di mantenimento, e ovviamente in un raggio chilometrico contenuto – ha detto – torneremo su questo punto". Ma "qualsiasi misura che possa costituire un’eccezione va fatta con grande cautela e attenzione. Perché se salta l’equilibrio rischiamo veramente di far scatenare una terza ondata". Mercoledì si discuterà intanto in Senato la mozione del centrodestra, che ha chiesto il sì agli spostamenti tra Comuni non solo a Natale, ma anche a Santo Stefano e Capodanno
Il nodo spostamenti tra Comuni
Per quanto riguarda il blocco di Natale, come spiega il Corriere della Sera sul tavolo ci sarebbero tre ipotesi: concedere lo spostamento tra Comuni confinanti, permettere lo spostamento verso i Comuni piccoli, quelli con 15.000 abitanti, ok a spostamenti in ambito provinciale. L’ultima ipotesi, quella meno rigida, sembra essere stata già accantonata, con il veto dei ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza, appoggiati in questa linea dura dal ministro Dario Franceschini. "Va bene far stare insieme ai parenti gli anziani soli – dicono – altra cosa è andare contro lo spirito che ha guidato le nostre scelte sul Dpcm, improntate alla massima cautela". L'ok alla deroga per Natale potrebbe passare con un nuovo decreto, con una mozione della maggioranza, oppure con un emendamento a uno dei provvedimenti in discussione.
Il governo sta guardando con particolare apprensione il picco di spostamenti atteso per il prossimo fine settimana, quello del 19 e del 20, quando moltissimi italiani, soprattutto lavoratori fuori sede, partiranno per raggiungere i propri familiari e trascorrere con loro le feste, in un'altra Regione. Treni e aerei verranno presi d'assalto, dopo che le compagnie hanno registrato un boom di prenotazione nei giorni immediatamente precedenti alle chiusure regionali, che interesseranno tutto il territorio nazionale dal 21 al 6 gennaio. Nessuno in questo periodo potrà muoversi da una Regione all'altra, a meno che non rientri presso il proprio domicilio, residenza o abitazioni, o si sposti per motivi di salute, lavoro o necessità.
Novità per i ristoranti
Un'ulteriore stretta potrebbe riguardare pranzo al ristorante nei giorni di Natale, Santo Stefano, Capodanno, che con l'ultimo dpcm è stato autorizzato (i ristoranti saranno aperti anche per l'Epifania). Questa misura, secondo il disegno dell'esecutivo, potrebbe essere disposta per controbilanciare il disco verde agli spostamenti tra piccoli Comuni nei giorni di festa, per evitare che possano esserci rischi eccessivi di contagio. Ma il provvedimento potrebbe causare il malcontento della categoria, già in difficoltà dopo le chiusure degli ultimi mesi. È probabile che alla fine che la deroga del governo riguardi solo il giorno di Natale.