La Corte Suprema USA ha sentenziato l'incostituzionalità del no ai matrimoni omosessuali, stabilendo di fatto che sposarsi è un diritto di ogni coppia, etero od omo che sia.
Qualche settimana prima il Parlamento Europeo, approvando una relazione sui diritti civili, aveva ribadito che le nozze gay devono essere riconosciute da tutti gli Stati poiché rappresentano un "diritto umano e civile".
In Italia il ddl Cirinnà (che è compromesso, accettabile certo, ma non "il far west") è oggetto di ostruzionismo e di una campagna reazionaria senza precedenti. Nel frattempo, nel campo "zero diritti" siamo in buona compagnia: oltre all’Italia a non riconoscere nemmeno le unioni registrate fra persone dello stesso sesso sono Bulgaria, Cipro, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia. C'è da esserne fieri, insomma.
Vedete, la questione è semplice: la storia si sta occupando di spazzare via l'ipocrisia e ampliare i diritti degli esseri umani. Fra i quali rientrano la libertà di autodeterminare la propria sfera sessuale e soprattutto di scegliere con chi e cosa condividere. Senza essere discriminati o sminuiti per questo.
Potete restare come gli ultimi giapponesi nella foresta dell'ipocrisia. Ma io vi chiedo: esattamente, di cosa avete paura?