"Sto lavorando a un dossier su spiagge sicure, per evitare almeno in parte il dramma dell’abusivismo che colpisce commercianti e bagnanti". Con queste parole il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha annunciato l’intenzione di riproporre anche per quest’anno l’operazione “Spiagge sicure”, che mira a “evitare l’abusivismo” e tutelare la sicurezza sui lidi italiani in questa estate. Il copyright dell’idea e del nome dell’operazione è dell’ex ministro Angelino Alfano, che l’8 agosto del 2014 aveva indirizzato una direttiva ai prefetti italiani dando il via appunto a “Spiagge sicure”. “In questo modo”, spiegava l’allora ministro dell’Interno nel governo Renzi, “turisti e i cittadini potranno tranquillamente trascorrere le loro giornate in spiaggia, senza la processione dei ‘vu cumprà' (testuale, ndr) dediti al commercio abusivo di prodotti di provenienza illegale”. L’obiettivo era quello di “radere al suolo il meccanismo, colpendo anche i fornitori e impedire la vendita” di prodotti abusivi sulle spiagge e per tale motivo era stato mandato alla Guardia di Finanza di “rafforzare i controlli sulle spiagge, riguardo all'abusivismo commerciale, ai ‘vu comprà' (sempre testuale, ndr) e alle merci contraffatte”.
L’idea di Salvini è più o meno la stessa, come il link fra la parola “sicurezza” e la presenza dei venditori ambulanti sulle spiagge italiane. Come 4 anni fa, però, bisogna sottolineare il fatto che non cambia la modalità operativa della Guardia di Finanza, sempre impegnata nel contrasto al traffico e al commercio di prodotti falsificati; un impegno che si intende ora rafforzare, prevedendo anche che i vigili urbani siano impegnati maggiormente sui lidi italiani. Il bilancio del primo anno dell'operazione voluta da Alfano fu in chiaroscuro: "un aumento del 33% delle operazioni anti abusivismo commerciale e contraffazione delle forze di polizia, un incremento del 63% delle sanzioni amministrative comminate e un +40% di denunciati e arrestati, con 343 milioni (+142%) di prodotti sequestrati”, ma per un periodo che va da agosto a dicembre e comprendeva il totale delle operazioni contro l'abusivismo.
Stando a quanto risulta a Fanpage.it, dunque, il piano del Viminale dovrebbe essere lo stesso e si dovrebbe concretizzare in una direttiva ai prefetti che arriverebbe nei prossimi giorni. Dopo di ciò, dunque, i prefetti dovrebbero riunire i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica a livello provinciale per “adottare piani d'intervento che mirino a contrastare tutta la filiera illegale”. Detto del lavoro normalmente svolto dalla GF, il problema principale risiede nel fatto che i Sindaci lamentano carenze di organico e scarsa liquidità per corrispondere gli straordinari ai vigili urbani che dovrebbero essere coinvolti nei pattugliamenti e nelle operazioni contro la contraffazione. Inizialmente Salvini aveva pensato di poter utilizzare i fondi europei per la legalità, ma l'ipotesi è tramontata nella considerazione che difficilmente potrebbero essere usati per pagare straordinari a forze di polizia. Dunque? La soluzione trovata risiede nella locuzione magica "maggior coordinamento", con cui la direttiva chiederà che Comuni e forze dell'ordine collaborino maggiormente per aumentare il numero delle operazioni.
La rivoluzione annunciata non avverrà neanche dal punto di vista delle "sanzioni". Il ministro dell'Interno ha annunciato sanzioni anche per chi compra, ma si è dimenticato di dire che esistono già norme che puniscono gli acquirenti di merce contraffatta, sia dal punto di vista penale (quando si può configurare il reato di riciclaggio) che come semplici illeciti amministrativi (la Cassazione ha negato che sia punibile penalmente l'acquisto "a titolo personale" di merce contraffatta).