Speranza: “Nemico è il virus, non io. C’è chi sfrutta paura degli italiani per interessi politici”
"Come ministro della Salute ho giurato di essere fedele alla repubblica e ogni giorno ho tenuto fede a questo giuramento, facendo tutto quello che potevo per difendere la salute degli italiani. È questo il faro che mi guida. Ho operato senza sosta contro questo virus tremendo. Il nemico è il virus e dobbiamo essere uniti nel combatterlo. Con amarezza nelle ultime settimane vedo che si sfrutta l'angoscia degli italiani per interessi di parte. Questo è sbagliato perché produce danni enormi, non a me o al governo, ma al Paese che deve rimanere unito in un momento così delicato": lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, rispondendo al Senato alle mozioni di sfiducia nei suoi confronti che sono state presentate. E ancora: "La politica non può fare polemica sulla pelle degli italiani, perché la pandemia non è finita come vorrebbe far credere qualcuno. Non è il momento di dividerci. Un grande Paese non fa politica su una grave epidemia".
"Al Paese e al Parlamento ho sempre detto la verità e continuerò a farlo", ha aggiunto. Per prima cosa Speranza ha risposto all'accusa, rivoltagli da Fratelli d'Italia, sul piano pandemico, che quando è stato dichiarato lo stato di emergenza lo scorso gennaio 2020 non veniva aggiornato dal 2006: "Dobbiamo evitare di piegare il tema del piano pandemico alla polemica politica. Le mozione di sfiducia hanno detto che questo non è stato aggiornato in diversi anni. Anni in cui si sono susseguiti molti governi, alcuni dei quali sostenuti dagli esponenti oggi in Aula. Troppo facile far finta oggi di non vedere. Chiunque deve rendere conto delle proprie azioni, ma in quanto alle responsabilità politiche non sono io a dovermi difendere. Oggi il piano pandemico aggiornato c'è: quello che non è stato realizzato in molti anni è stato fatto in pochi mesi sotto il mio mandato".
Invece, per quanto riguarda il report dell'Organizzazione mondiale della sanità finito al centro delle polemiche negli ultimi mesi, Speranza ha spiegato:"La scelta di pubblicare e poi ritirare quel documento è stata presa in autonomia dall'Oms. Nessuno dei protagonisti di questa vicenda afferma il contrario. Le scelte del dossier sono autonome dell'Oms, che ha spiegato che il report è stato ritirato per inesattezze fattuali. La stessa Oms ha detto che il governo italiano non ha mai chiesto di ritirare il documento, e questo dovrebbe mettere fine alle polemiche". Il ministro ha quindi concluso sottolineando di essere attaccato da un lato per non aver compreso la serietà della situazione e averla sottovalutata, ma allo stesso tempo, dall'altro lato, per seguire una linea di risposta all'emergenza troppo rigorosa. Quindi ha rivendicato la scelta del lockdown e dello stato d'emergenza nella primavera del 2020, decisione poi applicata anche da altri Paesi europei che hanno seguito l'Italia nel contrasto al virus.