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Speranza: “Continuiamo a studiare rari casi avversi, ma vaccino è arma fondamentale contro pandemia”

“Ci sono dei rarissimi casi di natura aversa riscontrati, li stiamo continuando a studiare, però non può essere messo in discussione un effetto assolutamente positivo del vaccino, che rimane l’arma fondamentale che abbiamo per chiudere questa stagione così drammatica”: lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, parlando della somministrazione del vaccino di AstraZeneca anche alle fasce più giovani della popolazione.
A cura di Annalisa Girardi
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"Abbiamo la certezza che il vaccino funzioni e che sia efficace e sicuro. Ho molta fiducia nell'Ema e nell'Aifa, che sono le due agenzie di riferimento. Ci sono dei rarissimi casi di natura aversa riscontrati, li stiamo continuando a studiare, però non può essere messo in discussione un effetto assolutamente positivo": lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, ospite della trasmissione diMartedì su La7, rispondendo a una domanda sulla somministrazione del vaccino di AstraZeneca anche alle fasce più giovani della popolazione. "Io invito tutti a guardare in maniera oggettiva i numeri dei decessi. Siamo stati per settimane in Italia, ma anche in Gran Bretagna, Germania, Francia o Stati Uniti, con numeri di decessi molto, molto alti. In Italia abbiamo avuto per tante giornate 700-800, addirittura 900 morti al giorno. Ora, ci sono ancora decessi, ma da qualche settimana sono sotto i 100", ha aggiunto.

E ancora: "È giusto continuare a verificare, a controllare, a studiare tutti i casi avversi ma il messaggio di fondo non può che essere molto netto e semplice: i vaccini sono e restano l'arma fondamentale che abbiamo per chiudere questa stagione così drammatica". Il ministro ha poi ringraziato i giovani per aver risposto in maniera così massiccia alla campagna vaccinale: "È bello vedere in questi giorni anti giovani in fila per vaccinarsi, il segnale di un Paese che vuole ripartire", ha detto. Per poi rivolgere un apprezzamento anche al sistema sanitario che ha "esso in campo un lavoro incredibile che ci consente oggi di avere questi numeri".

Speranza ha quindi sottolineato: "L'anno scorso se me l'avessero detto che dopo un anno avremmo avuto 40 milioni di dosi già somministrate non ci avrei creduto. Il vaccino ha bisogno ancora di diverse settimane per diventare ‘prevalente' nel nostro Paese, nel senso che abbiamo superato 38 milioni di dosi somministrate ma siamo 60 milioni di abitanti, e molte sono state utilizzate per fare la seconda dose. I numeri non tradiscono, stiamo correndo ma abbiamo bisogno ancora di svariate settimane che ci consentiranno di aprire davvero una nuova fase. Ma la strada è quella giusta".

Concludendo, il ministro ha comunque voluto lanciare un appello alla prudenza, chiedendo ai cittadini di fare ancora attenzione, nonostante i dati sulla pandemia nel nostro Paese siano "molto migliorati". Non possiamo però dimenticare, ha continuato, che "il virus ancora circola". E infine: "Abbiamo ancora comunque numeri di una circolazione che non possono essere sottovalutati. Abbiamo una media di qualche migliaio di persone al giorno, distante da quando ne avevamo 20mila-25mila, ma il virus ancora c'è".

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