Speranza benedice candidatura a Nobel per la pace per sanitari italiani: “Non si risparmiano”
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, commenta l’ipotesi di candidare al Nobel per la pace i sanitari italiani in prima linea durante la prima ondata del Coronavirus nel 2020. A Domenica In, su Rai 1, Speranza risponde a una domanda sul tema: “Sono donne e uomini del nostro servizio sanitario nazionale, non mi è mai piaciuto usare la parola eroi. Sono persone che hanno fatto il loro lavoro dalla mattina alla sera senza risparmiarsi mai e continuano a farlo. Tutti, in questo anno così complicato, hanno capito quanto sia importante avere un servizio sanitario all'altezza”.
Speranza parla anche delle misure in campo per contenere il contagio: “Non possiamo ancora ridurre le misure restrittive, che sono indispensabili”. Ma il ministro della Salute si dice ottimista per i prossimi mesi: “Per l'estate sono ottimista, sono stato sempre quello più duro e realista che era costretto a dire sempre la verità, ma ora ci sono le ragioni per guardare con più fiducia alle prossime settimane. Questo però è ancora un momento difficile, dobbiamo conservare tutte le precauzioni ma con il passare delle settimane la situazione andrà gradualmente a migliorare, e già in primavera e poi nel corso dell'estate vedremo un miglioramento significativo. Ma non ci sarà un momento X, sarà un percorso graduale”.
Speranza aggiunge: “È stato un anno difficilissimo per tutto il Paese e ringrazio medici e infermieri per il loro impegno. Vediamo che oggi abbiamo nuovi strumenti e dobbiamo guardiamo al futuro con ragionata fiducia. È ancora dura ma ci sono le condizioni soprattuto grazie alla campagna vaccinale per pensare che le settimane che verranno saranno migliori”. Poi Speranza parla anche di vaccini, dicendosi disponibile a ricevere le dosi di AstraZeneca: “Sono disponibile, intanto ringrazio il generale Figliuolo e Curcio” che si sono vaccinati ieri. “Dove abbiamo iniziato a vaccinare vediamo numeri molto incoraggianti. I contagi tra il personale sanitario sono crollati in modo significativa, numeri contenuti anche nelle Rsa dove è stata fatta una vaccinazione massiva”, aggiunge Speranza. Concludendo: “Le vaccinazioni con AstraZeneca sono riprese da 48 ore, la risposta è stata buona, vuol dire che la stragrande maggioranza di persone è consapevole che il vaccino è l'unico strumento per uscire da questa stagione drammatica”.