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Specializzazione e concorso ad hoc: come cambierà la figura dell’insegnante di sostegno

Formazione specializzata, competenze paramediche e concorsi ad hoc: il governo è al lavoro sulla riforma degli insegnanti di sostegno, tra le deleghe della Buona scuola.
A cura di Claudia Torrisi
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Un profilo professionale specializzato con competenze anche mediche, carriere separate dai docenti comuni e un concorso ad hoc. Il governo è pronto a cambiare il sistema degli insegnanti di sostegno, una situazione che riguarderà con le nuove assunzioni nell'arco di un triennio 110mila docenti e quasi 210mila studenti disabili in tutta Italia. La riforma si inserisce tra le tra le deleghe contenute nella Buona scuola, la legge 107/2015 – approvata lo scorso luglio – ed è diventata sempre più urgente dopo i recenti casi della bambina malata di Aids rifiutata da scuola e dell'alunno autistico isolato e poi cacciato da un istituto nel biellese.

La proposta a cui si sta lavorando nelle ultime settimane – che riprende un testo presentato nel 2006 dalla deputata Pd Katia Zanotti – include 17 articoli, elaborati insieme alla Fish – Federazione Italiana per il superamento dell'Handicap. L'obiettivo è una "specializzazione del sostegno", attraverso la formazione di figure ad hoc che rivestano un ruolo simile a quello di un tutor, con competenze specifiche in tema di inclusione e anche paramediche. Una circostanza che ha suscitato polemiche all'interno dei sindacati, che lamentano uno "snaturamento della figura dell'insegnante di sostegno" e un'eccessiva "medicalizzazione".

Dall'altro lato, però, la proposta prevede che il progetto di inclusione scolastica tocchi indirettamente tutti i docenti curriculari, chiamati a contribuire all'inizio dell'anno "attraverso una partecipazione corresponsabile alla predisposizione, all’attuazione e alla verifica del Piano Educativo Individualizzato" e a formarsi obbligatoriamente su "aspetti pedagogico-didattici ed organizzativi".

Insegnanti di sostegno: servirà una preparazione specifica

Per gli insegnanti di sostegno sarà richiesta una preparazione specialistica. Il percorso potrebbe essere una laurea per il sostegno con l’istituzione di quattro diversi indirizzi per il sostegno didattico: uno per la scuola dell’infanzia, uno per la primaria, uno per la scuola secondaria di primo grado e uno per la scuola secondaria di secondo grado. Secondo la proposta, "la formazione iniziale dei docenti di scuola dell’infanzia e primaria e di scuola secondaria di primo e secondo grado deve obbligatoriamente prevedere almeno 30 crediti formativi universitari vertenti sugli aspetti della didattica per l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con altri bisogni educativi speciali, come condizione necessaria per l’abilitazione all’insegnamento".

Si pensa a una vera e propria abilitazione al sostegno, così come proposto dall'associazione Fish, che aveva lamentato la presenza di circa 35mila insegnanti con incarico sul sostegno che non avevano mai frequentato un percorso di formazione/specializzazione.

La figura del docente che oltre alla sua materia ha anche la qualifica sul sostegno sembrerebbe quindi destinata a sparire per lasciare spazio a un esperto. L'obiettivo, ha sottolineato recentemente Faraone, "sono insegnanti di sostegno specializzati nelle singole disabilità, non per il gusto di trasformare la scuola in un ospedale ma per realizzare un'inclusione reale".

Un concorso ad hoc per gli insegnanti di sostegno

Per diventare insegnante di sostegno di ruolo ci sarà un concorso ad hoc, probabilmente già dal prossimo bando atteso entro il primo dicembre, che includerà prove specifiche sul tema dell'inclusione. Un percorso di carriera, dunque, separato da quello ordinario dell'insegnamento, coerentemente con quanto previsto nella delega, dove si parla esplicitamente di sostegno come "scelta professionale univoca" e "inquadramento dei docenti in appositi ruoli". In questo modo, secondo la Fish "fa sostegno chi ha la vocazione a farlo, mentre attualmente questa posizione è spesso usata come tramite per diventare insegnanti curriculari". Una posizione condivisa dal Miur che ha più volte ribadito di voler evitare che i docenti utilizzino il sostegno per arrivare all'assunzione comune chiedendo trasferimenti.

La possibilità di carriere bloccate non ha mancato di sollevare polemiche, fondate soprattutto su una scelta che diventa a vita e la possibilità di creare insegnanti di serie A e di serie B.

L'insegnante di sostegno potrà somministrare farmaci?

Si allargano i compiti dei nuovi docenti: l’articolo 1 della proposta di legge prevede la possibilità di poter somministrare farmaci durante l’orario scolastico laddove ci sia una prescrizione sanitaria sulle modalità. Gli insegnanti di sostegno potrebbero avere addirittura competenze di diagnosi e certificazioni sul grado di disabilità, dovranno farsi carico di alcuni compiti degli educatori, creare piani di studio personalizzati e gestire questioni organizzative per favorire l’inclusione.

I docenti avranno un ruolo attivo anche per quanto riguarda la certificazione delle disabilità: la diagnosi funzionale ed il profilo dinamico funzionale saranno sostituiti dal Profilo di funzionamento alla cui formulazione parteciperanno anche le famiglie, un insegnate dell’alunno e gli operatori della Asl.

Un punto fortemente richiesto dalla Fish, infine, riguarda la continuità didattica per gli studenti con disabilità. La proposta prevede un contratto biennale nella stessa sede per i docenti a tempo determinato in classi non terminali, mentre per gli indeterminati l’assegnazione prevede l’intero ciclo.

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