Sparatoria a Pavone Cavanese, Matteo Salvini: “Io sto con il tabaccaio”
"Tabaccaio di 67 anni, incensurato e già rapinato numerose volte, stanotte si è difeso durante l'ennesimo furto e (purtroppo) ha ucciso uno dei tre ladri, con un'arma legalmente detenuta. Nel pieno rispetto delle indagini della Procura, a lui va la mia solidarietà umana e politica". Lo scrive su Facebook il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che lancia anche l'hashtag "#iostocoltabaccaio".
Il vicepremier leghista ha commentato così con un post sui social la drammatica vicenda, esprimendo sostegno a Marcellino Iachi Bonvin, il commerciante 67enne che la scorsa notte ha ucciso un moldavo di 24 anni, sorpreso a rubare nella sua tabaccheria, a Pavone Canavese, nel torinese. Il tabaccaio risulta indagato dalla procura di Ivrea "per garantirgli il diritto della difesa e la presenza di un avvocato", ha spiegato il procuratore di Ivrea, Giuseppe Ferrando, al termine di un sopralluogo nel negozio dove si è consumata l'aggressione. "Non si tratta di criminalizzare nessuno – sottolinea -, ma di capire come sono andati i fatti".
"Siamo rimasti d'accordo che la prossima settimana ci spiegherà come sono andate le cose – aggiunge Ferrando – Umanamente è una persona molto provata, sa che in ogni caso è stata una cosa grave. Si tratta di una persona pacata, di una famiglia normale. Le armi erano regolarmente denunciate, era stato aggredito più volte e aveva già subito dei furti".
"Totale solidarietà al tabaccaio, che spero possa fruire della nuova legge che garantisce la legittima difesa a tutti", ha ribadito il ministro dell'Interno da Firenze, a margine di un vertice in prefettura. "Attendendo rispettosamente le comunicazioni della procura – ha aggiunto Salvini -, quello che so è che si tratta di un commerciante 67enne incensurato, persona perbene, che deteneva legalmente un'arma, che è stato vittima di 5, 6, 7, 8 precedenti furti e rapine, che stanotte si è svegliato, si è ritenuto in difficoltà, aggredito, ha sparato. Purtroppo qualcuno è morto: però se invece di fare il rapinatore questa persona avesse fatto un mestiere onesto, oggi staremmo parlando di altro".