Referendum 12 giugno, il sondaggio: affluenza bassissima e vittoria del Sì per solo tre quesiti
Che il 12 giugno si vota per il referendum sulla giustizia lo sa solo un italiano su due. A dirlo è l'ultimo sondaggio di Ipsos, spiegato da Nando Pagnoncelli su La 7. Secondo i dati raccolti dalla società di rilevazione statistica solo il 56% degli intervistati sa che c'è il referendum, il resto no. I più ignorano quello che è il tema del referendum, mentre prevale nettamente la quota di chi non vuole andare a votare o potrebbe astenersi ad ognuno dei cinque quesiti.
La stima del sondaggista è che solo 27-31% degli italiani si recherà alle urne, rendendo il referendum non valido, in quanto ben al di sotto della soglia del 50%+1 prevista (il cosiddetto "quorum" dei referendum abrogativi). A precisa domanda se si raggiungerà questo numero di votanti: per il 20% degli italiani non ci sarà problema, mentre per il 48% i promotori (Lega e Radicali italiani) non riusciranno nell'impresa, con un 32% di intervistati che non si esprime.
Tra chi ha già deciso di andare a votare, secondo Pagnoncelli, la percentuale dei sì ai vari quesiti cambia radicalmente tra l'uno e l'altro. Per due quesiti (incandidabilità dopo la condanna e custodia cautelare durante le indagini) prevarrebbe il "no", rispettivamente con il 56% e il 54%. Per gli altri prevarrebbe nettamente il "sì": separazione delle carriere tra pm e giudici (84%), valutazione degli avvocati sui magistrati (71%), riforma dell'elezione del Csm (70%).
Sui due quesiti della discordia, in particolare, prevale molto lo scetticismo degli italiani. Tra gli intervistati sul quesito relativo all'incandidabilità dopo una condanna (riforma della legge Severino) voterebbero: sì (l'11%) e no (il 14%), con un 4% di indecisi e ben un 71% che si divide tra scheda bianca, nulla e astensione. I numeri sul quesito relativo alla limitazione della custodia cautelare durante le indagini, invece, sarebbero: sì (11%), no (13%), indeciso (5%), bianca/nulla/astensione (71%).