Sondaggio, cosa pensano gli italiani dell’invio di armi all’Ucraina e perché è un problema per Meloni
La guerra in Ucraina a un anno dal suo inizio preoccupa molti italiani, soprattutto per le sue ricadute economiche più che per quelle umanitarie, e quasi due su tre credono che durerà ancora almeno un anno. Molti scelgono di non schierarsi né con l'Ucraina né con la Russia, e quasi la metà sono contrari all'invio di armi a Kiev, soprattutto tra gli elettori del Movimento 5 stelle e della Lega. Un sondaggio realizzato da Ipsos per il Corriere della Sera mostra che, nonostante Giorgia Meloni continui a promettere all'Ucraina e alla comunità internazionale che l'Italia è in prima linea senza esitazioni nel sostegno all'Ucraina, la popolazione non è così convinta, soprattutto per quanto riguarda le forniture militari.
Pochissimi sostengono la Russia, ma sono calati i pro-Ucraina
Sugli schieramenti, c'è una sola cosa che è chiara: quasi nessuno sta con la Russia. Il 7% di chi ha risposto, per la precisione. Una nicchia, quella dei filo-russi, che da un anno a questa parte varia tra il 5 e il 9%. Al contrario, però, le persone che si schierano decisamente con l'Ucraina sono scese: erano il 57% subito dopo l'invasione russa, mentre oggi sono il 47%. Di conseguenza, sono aumentati gli italiani che dicono di non stare da nessuna delle due parti: solo il 46%. Erano il 38%, un anno fa.
Sull'invio di armi a Kiev, invece, le posizioni sono cambiate pochissimo negli ultimi 12 mesi. A marzo 2022 il 34% era favorevole, il 48% era contrario e il 18% non sapeva dare un'opinione. Quasi un anno dopo, con poche variazioni nel mezzo i numeri dicono: 34% favorevoli, 45% contrari e 21% che non si esprimono. Quasi la metà degli italiani resta opposta all'idea di inviare armamenti all'Ucraina.
Lega e FdI sono al governo ma i loro elettori non vogliono inviare armi a Kiev
Il sondaggio di Ipsos fornisce anche i dati su quale partito ha gli elettori più contrari e più favorevoli a mandare armi a Kiev. La situazione più scomoda è quella in cui si trova il centrodestra, che infatti è apparso più volte diviso sul tema degli armamenti. I partiti che si trovano attualmente al governo, sotto la guida di Giorgia Meloni, hanno dovuto più volte affermare a livello internazionale la loro risolutezza a sostenere l'Ucraina. Non a caso, ogni volta che Silvio Berlusconi ha parlato con toni critici del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, gli esponenti del centrodestra hanno ripetuto che "quello che conta sono i fatti" e che "questa maggioranza ha sempre votato in favore degli aiuti all'Ucraina". Tuttavia, Forza Italia è l'unico dei partiti di governo che ha un elettorato favorevole all'invio di armi.
Il 51% degli elettori di FI dice di appoggiare il sostegno militare a Kiev, contro il 40% che si oppone. Le uscite di Berlusconi, che sono sembrate più volte parte di una vera e propria strategia di comunicazione politica, erano probabilmente rivolte anche alla fascia di elettori indecisi o astensionisti, che sono per li 43% opposti e per il 24% favorevoli.
Al contrario, la Lega è il partito con la maggior percentuale di sostenitori che sono contrari alle armi in Ucraina: il 55%, contro un 32% di favorevoli. La sfida, per il partito di Matteo Salvini, è di non scontentare troppo i propri elettori senza causare spaccature nella maggioranza. Anche perché Giorgia Meloni, nonostante il 47% di chi la vota sia sfavorevole, è sembrata decisa a mantenere l'Italia schierata decisamente in sostegno dell'Ucraina, anche sul piano militare.
Altri risultati, invece, non sorprendono: il Movimento 5 stelle e l'Alleanza Verdi-Sinistra, che si sono schierati decisamente contro la fornitura di armamenti, hanno un elettorato che concorda decisamente con loro (rispettivamente il 54% e il 50% di contrari, contro il 30% e 39% di favorevoli). Allo stesso modo, il Partito democratico e il Terzo polo di Azione e Italia viva si sono sempre schierati in modo abbastanza netto a favore dell'invio di armi. Il 52% degli elettori del Pd concorda con la linea del partito, mentre il 36% è contrario. Per il Terzo polo, il 55% è favorevole e il 33% si oppone.
Italiani preoccupati, la guerra in Ucraina sarà ancora lunga
Quasi quattro italiani su cinque sono preoccupati per la guerra(il 79%), divisi tra un 48% che si dice "abbastanza preoccupato" e un 31% "molto preoccupato". Guardando allo stesso dato dall'inizio del conflitto a oggi, la quota di "molto preoccupati" si è abbassata dopo qualche mese dall'invasione (era al 46% a marzo 2022). Il problema principale per gli italiani sono le conseguenze economiche: per il 49% della popolazione sono l'aspetto più temibile, mentre il 26% indica le conseguenze belliche. Le conseguenze economiche erano la priorità per circa il 60% della popolazione, nell'estate del 2022: è stato il periodo in cui, tra le altre cose, si sono prospettati i timori maggiori su cosa sarebbe successo senza le forniture energetiche della Russia all'Europa.
Sulla durata del conflitto regna il pessimismo: solo 14% degli italiani pensa che durerà ancora poche settimane o pochi mesi. Il 31% scommette che durerà ancora un anno, mentre il 30% sostiene che si andrà avanti per diversi anni. In tutto il 2022, questa quota ha sempre oscillato tra il 15 e il 25%. A un anno dall'inizio della guerra, più italiani che mai sono convinti che quella in Ucraina diventerà una guerra molto lunga.