Sondaggi primarie Pd, poco interesse nel dibattito e calo costante degli elettori
Il 3 marzo si avvicina. Sarà il giorno della verità per i tre candidati alla guida del Partito Democratico: Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti. Gli elettori dem saranno chiamati a scegliere il loro futuro segretario dopo il voto già espresso nei circoli a gennaio, che ha visto in testa l’attuale presidente della Regione Lazio. Un sondaggio realizzato da Demopolis ricorda i dati delle precedenti primarie (del centrosinistra e del Pd) e cerca di capire quali sono le intenzioni degli elettori dem in vista del voto di domenica. In primis, l’istituto Demopolis analizza il consenso del Pd dal 2013 ad oggi: si parte dalle politiche del 2013, quando raggiunse il 25,5% delle preferenze. Si passa poi alle europee del maggio 2014, con lo storico 40,8%. Il trend prosegue con il risultato delle politiche di marzo 2018, quando i dem si fermarono al 18,7%. Poi si analizzano ancora i sondaggi realizzati da Demopolis a fine anno, quando i dem navigavano intorno – o anche sotto – al 17%. Infine, si arriva a oggi: il Pd si trova intorno al 18%, secondo le ultime rilevazioni.
Agli intervistati si chiede se stanno seguendo il dibattito sulle primarie del 3 marzo. Ben il 63% del campione risponde di no. Afferma invece di seguirlo con interesse solamente il 10%. Il restante 27% spiega che sta seguendo il dibattito in maniera superficiale. Agli elettori del Pd, quelli che hanno votato per il partito alle politiche del 4 marzo 2018, si chiede se andranno o meno a votare alle primarie. Risponde negativamente il 76%. Si dice certo che andrà a votare, invece, il 13%: dato che corrisponde a circa 800mila elettori. Ancora indeciso l’11%, corrispondente a circa 700mila elettori. Obiettivi dei candidati – dichiarato da Zingaretti e Martina – è quello di portare ai gazebo almeno un milione di elettori. Il traguardo, stando a questo sondaggio, non è certo ma è sicuramente raggiungibile.
Demopolis analizza anche la partecipazione alle precedenti primarie. Si parte da quelle per stabilire il candidato alla presidenza del Consiglio del 2005: vince Prodi e andarono a votare 4 milioni e 300 mila elettori. Si arriva poi al 2007, alle primarie per la scelta del primo segretario dem: si affermò Veltroni e votarono in 3 milioni e 500mila. Per l’elezione del nuovo segretario si è votato anche nel 2009: vittoria di Bersani e 3 milioni e 100mila elettori. Nuove primarie, con un costante ma ancora non radicale calo, nel 2013: Renzi vince ma votano solo 2 milioni e 800mila elettori. Molto peggio va nel 2017: riconferma di Renzi segretario ma ai gazebo votano solo un milione e 800mila persone. E domenica cosa succederà?