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Sondaggi politici, vanno su Pd e M5s: aumentano gli elettori che non hanno fiducia in Meloni

Secondo l’ultimo sondaggio di Termometro politico, nell’ultima settimana scende leggermente Fdi di Meloni, mentre salgono Pd e M5s. Nel centrosinistra nessuna variazione per Avs.
A cura di Annalisa Cangemi
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Le intenzioni di voto degli italiani, secondo l'ultimo sondaggio di Termometro politico, con interviste raccolte tra il 13 e 14 novembre, danno in testa ancora Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, che conduce praticamente con quasi il 30% dei consensi, esattamente al 29,6%. Il partito della premier è però in lieve calo, rispetto alla scorsa settimana (perde lo 0,1%). Si registra poi un nuovo riavvicinamento di Forza Italia alla Lega, separate adesso solo da appena un decimale.

Se la scorsa settimana la Lega di Salvini era avanti con l'8,8%, mentre Forza Italia inseguiva con l'8,4%, adesso le due forze del centrodestra si trovano rispettivamente all'8,7% e all'8,6%.

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Il Pd è in crescita, e sembra essere stato avvantaggiato dalle polemiche dell'ultima settimana per la manifestazione a Bologna, in vista delle elezioni di domenica e lunedì in Emilia-Romagna: in sette giorni sale dello 0,1% e si porta al 22,8%. Bene anche il M5s di Conte, che fa registrare un +0,2%, passando dal 10% al 10,2%. Si segnala, infine, il dato di Azione: il partito di Carlo Calenda tocca infatti un record negativo, scendendo al 2,8% (-0,2% rispetto alla scorsa settimana). Invariato Avs, ancora al 6,7%, così come Italia viva, che mantiene la percentuale già mostrata nella precedente rilevazione, cioè il 2,3%. Più Europa scende ancora e arriva all'1,7%.

Per quanto riguarda la fiducia nella premier Giorgia Meloni, si notano variazioni molto leggere rispetto a una settimana fa, con il dato aggregato della fiducia (molto+abbastanza) che sale di un paio di decimi (passando dal 41,6 al 41,8%). Aumenta di mezzo punto percentuale (da 47,3 a 47,8) il dato di chi non ha la minima fiducia nella premier Meloni.

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Donald Trump farà finire la guerra in Ucraina?

Il nuovo presidente degli Stati Unti, Donald Trump, che si insedierà a gennaio, ha promesso che porrà fine alla guerra in Ucraina. La maggior parte degli elettori ritiene che porterà davvero a termine l'obiettivo. La risposta largamente più gettonata, data dal 44% del campione, è positiva: "Sì, convincerà la Russia a fermarsi e l’Ucraina ad accettare la perdita di alcuni territori, è il compromesso giusto". A questi cittadini, si aggiunge un 21%, che pensa che il tycoon ce la farà, "ma assecondando le mire di Putin favorirà una soluzione ingiusta, un precedente pericoloso e iniquo". Quindi il 65% (praticamente 2 italiani su 3) crede che Trump riuscirà a far cessare il conflitto in Ucraina.

Dall'altra parte, un 21,3% sostiene invece che quella di Trump è "solo propaganda, non ha nessun piano reale, in ogni caso Putin non lo ascolterà". Infine, un 7,5% ritiene che "l’Ucraina, appoggiata da alcuni Stati europei, vorrà continuare la guerra nonostante le possibili proposte americane". Il 6,2% non sa o preferisce non rispondere.

E la guerra in Medio Oriente?

Con Trump alla Casa Bianca, come cambierà il conflitto israelo-palestinese? In questo caso le risposte offerte sono molto eterogenee. Si parte da una certezza, con un risvolto negativo: solo il 3,8% pensa che "Trump sarà esitante come e più di Biden nel sostenere Israele e la sua difesa da Hamas e Hezbollah".

La maggior parte degli intervistati, il 28,6%, vede in Trump "un fermo alleato di Netanyahu e sarà ancora più complice di Biden nel massacro dei civili palestinesi a Gaza e nei territori occupati". Un altro 19,3% ritiene che "Trump sarà più deciso di Biden nell’appoggio a Israele, la precedente amministrazione era troppo ambigua e non sosteneva abbastanza lo Stato Ebraico".

Inoltre un 26,4% di intervistati pensa che Trump "abbia maggiore autorevolezza di Biden per ottenere un cessate il fuoco e consentire finalmente soccorsi umanitari per le persone di Gaza". Infine, per un 17,7%. “Non cambierà molto, gli israeliani ormai non ascoltano nessuno”.

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