Sondaggi politici, su sanità e migranti gli italiani sono più preoccupati di un anno fa
Economia e lavoro sono il problema più urgente per gli italiani, è vero, ma molto meno di quanto lo fossero un anno fa. E non necessariamente perché la situazione è migliorata: è che molti altri temi hanno occupato i pensieri degli elettori, a partire dalla sanità, all'immigrazione, alla sicurezza. Lo rivela il sondaggio annuale realizzato da Ipsos per il Corriere della Sera, sulla "agenda delle priorità" degli italiani.
Dovendo citare i tre problemi più urgente per l'Italia, il 56% ha parlato di lavoro ed economia. È la risposta più frequente di tutte, ma un anno fa il dato era al 66%. L'anno prima al 74%. Insomma, nel 2023 la situazione economica è rimasta il pensiero principale ma molti altri si sono fatti spazio.
Al secondo posto, infatti, c'è la sanità con il 31% delle risposte. Questo tema era molto frequente negli anni della pandemia (57% nel 2020), ma l'anno scorso era tornato più in basso con il 21%. Invece quest'anno, complici forse gli scioperi dei medici, gli scarsi fondi messi in manovra, le liste d'attesa ancora lunghissime, la grande difficoltà della sanità pubblica e anche un ritorno dei casi di Covid-19, c'è stato un nuovo salto in avanti.
Chiude il podio la "tenuta del potere d'acquisto", quindi l'aumento dei prezzi rispetto ai salari e le pensioni. È una risposta meno frequente rispetto a un anno fa (il 30% contro il 42%), cosa normale dato che a fine 2022 l'inflazione era su livelli altissimi e nell'ultimo anno è scesa progressivamente. Ma è comunque parecchio in alto. D'altra parte, gli stipendi continuano a rimanere in gran parte fermi o quasi, mentre il calo dell'inflazione non significa una discesa dei prezzi, ma solo un aumento più lento.
Su questo punto c'è anche un giudizio politico sul governo Meloni. Quando viene chiesto di dare un voto all'operato del governo di centrodestra sull'inflazione, abbondano le insufficienze. Il 53% boccia l'esecutivo, con un voto da 1 a 5, mentre il 35% dà un voto positivo.
Oltre alla sanità, sono due i temi che hanno visto un salto significativo. L'immigrazione è passata dal 18% al 27%: in un anno in cui il governo Meloni si è impegnato molto pubblicamente sul tema, gli sbarchi di persone migranti sono aumentati e gli italiani risultano più preoccupati di prima. Anche welfare e assistenza, nell'anno della fine del reddito di cittadinanza, hanno visto un aumento dal 19% al 25%. Infine, la preoccupazione sulle questioni di sicurezza è aumentata dal 13% al 21% degli intervistati.
Nella sezione dedicata alle guerre in corso, il 50% dice che tra Russia e Ucraina non appoggia "nessuna delle due parti", mentre il 40% appoggia Kiev e il 9% Mosca. L'invio di armi all'Ucraina ottiene una risposta più mista: il 29% è favorevole, il 46% contrario, il 25% non si esprime. Guardando a Israele e Palestina, invece, il 45% degli intervistati pensa che la risposta militare israeliana a Gaza sia "sproporzionata rispetto al diritto di Israele di difendersi". Appena il 6% pensa che l'Italia dovrebbe appoggiare Israele, con il 46% che pensa che la priorità sia cercare una mediazione e il 15% che vorrebbe "condannare Hamas, ma appoggiare la causa palestinese".