Sondaggi politici, Lega sopra il 30%. Aumenta la preoccupazione degli italiani per il coronavirus
Nell'ultimo sondaggio realizzato da Termometro Politico per la trasmissione Coffe Break su La7, troviamo la Lega nuovamente sopra la soglia del 30%, nettamente sopra le altre forze politiche. Ma la rilevazione non ha indagato solamente i consensi politici degli elettori: infatti sono anche state poste alcune domande sull'emergenza coronavirus e sulla gestione da parte del governo. Iniziamo però ad analizzare le intenzioni di voto degli italiani ad oggi, mercoledì 11 marzo 2020.
Come detto, la Lega si conferma la prima forza politica nel Paese e questa settimana ottiene i 32,5% di consensi nei sondaggi. A oltre dieci punti percentuali di distanza troviamo il Partito democratico, che ottiene il 20,7%. A seguire invece il Movimento Cinque Stelle al 15,3%: si tratta di meno della metà dei consensi ottenuti dal solo Carroccio. Si posiziona poi Fratelli d'Italia, all'11,6%, ormai stabile in doppia cifra e sempre più vicino ai pentastellati. Di seguito, invece, Forza Italia, stabile al 5%. A chiudere la fila dei principali partiti politici c'è Italia Viva, al 3,9%.
Il sondaggio, come anticipato, ha anche posto agli intervistati alcune domande in merito all'emergenza coronavirus. Per prima cosa è stato chiesto se ci si sentisse più o meno preoccupati rispetto a sette giorni fa. La maggior parte degli italiani ha affermato di essere più preoccupato: si tratta del 37,3% contro un 5,4% che ha detto di esserlo meno. Va sottolineato che una settimana fa il governo non aveva ancora esteso le durissime misure restrittive a tutto il territorio nazionale, un fattore che ovviamente contribuisce alla percezione di pericolo rispetto alla situazione.
In particolare, rispetto alla chiusura delle scuole in tutta Italia, il 59,6% degli intervistati l'ha definita una misura giusta, in quanto le aule sono possibili focolai di contagio. Il 21,6%, invece, ritiene che sia una misura eccessiva, solo in grado di generare il panico, mentre secondo il 15,8% non è un provvedimento abbastanza restrittivo. La maggior parte delle persone, infine, si trova d'accordo sul fatto che sia giusto fare più deficit e debito pubblico per fronteggiare la crisi economica da coronavirus: solo il 12,5% (contro l'83,7%) ritiene che quei debiti peseranno sulle generazioni future e che in quanto tali non dovrebbero essere approvati.