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Sondaggi politici, Fratelli d’Italia stacca il Partito democratico, scende ancora la Lega

Il partito di Giorgia Meloni si conferma al primo posto, seguito dal PD di Enrico Letta al 21,3%. Cala ancora la Lega, che ora arriva al 16,2%, mentre il M5S risale al 13%.
A cura di Giacomo Andreoli
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Il primo partito italiano è Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, che stacca sempre più il maggior competitor: il Partito democratico. A dirlo è l'ultimo sondaggio politico Swg per il Tg La7 sugli orientamenti di voto. La formazione di destra, ad eventuali elezioni, totalizzerebbe oggi il 21,9%, in crescita di uno 0,4% rispetto a una settimana fa. Subito sotto ci sono i dem, che passano dal 21,2% di 7 giorni fa al 21,3% di oggi.

Rimane stabile al terzo posto la Lega. Il partito di Matteo Salvini, però, scende drasticamente dal 17% della scorsa settimana a circa il 16,2%. In leggera risalita, invece, il Movimento 5 Stelle, che torna al 13%, rispetto al 12,6% della scorsa rilevazione. In calo Forza Italia, che si piazza al quinto posto con l'8,1% dei consensi (-0,1% rispetto ai sette giorno precedenti). Più in basso troviamo la federazione tra Azione e +Europa al 5,2% (con un progresso dello 0,4%) e Italia Viva al 2,5% (in crescita dello 0,2%).

Lo stesso livello del 2,5% è stato raggiunto da Mdp-Articolo 1, che ha guadagnato lo 0,1%. Seguono Italexit con Gianluigi Paragone al 2,2% (in crescita dello 0,2%), Sinistra Italiana al 2,1%, i Verdi al 2%. Tutte le altre liste totalizzerebbero assieme il 3,1%, contro il 3,8% della scorsa settimana. Rimane indeciso, invece, il 42% degli intervistati.

Centrodestra avanti di sette punti percentuali sul centrosinistra

Con questi numeri il centrodestra di nuovo unito, dopo gli scontri per l'elezione del capo dello Stato e i leggeri distinguo sulla guerra in Ucraina, otterrebbe circa il 47-48% dei consensi. Il centrosinistra è al 40,5%. Infine l'area liberal-progressista vale il 7,7% dei voti degli italiani.

Se dunque Movimento 5 Stelle, PD e partiti di sinistra trovassero un accordo elettorale con le forze di centro, il divario con l'area conservatrice verrebbe eliminato. Al momento, tuttavia, questa opzione sembra impraticabile, visti i veti incrociati tra Conte e il duo Calenda-Renzi. Tra i grillini e i partiti liberali, infatti, non scorre buon sangue.

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