Sondaggi politici, Fratelli d’Italia primo partito davanti al Pd: in calo invece la Lega
Fratelli d'Italia, dopo la partita del Quirinale, torna ad essere il primo partito italiano. Secondo l'ultimo sondaggio Dire-Tecnè il partito di Giorgia Meloni, in caso di elezioni, otterrebbe il 21,9% dei consensi. Il progresso, in due settimane, è dell'1,3%. Superato il Partito democratico, che tallona la destra al 21,4% (guadagnando lo 0,9%).
Male la Lega, che rispetto al 21 gennaio perde l'1,4% dei potenziali voti e cala al 17,1%. A soffrire, però, è anche il Movimento 5 stelle, che rimane al quarto posto con il 13,1% (-0,6% rispetto alla precedente rilevazione). Un gradino sotto c'è Forza Italia, all'8,8%, registrando un calo dello 0,5%.
Tra i partiti minori, invece, continua a spiccare la federazione tra Azione e +Europa, quotata al 4,8%. Staccata Italia Viva di Matteo Renzi, che avanza al 2,8% (+0,5%), mentre si continua a discutere di una possibile fusione con Coraggio Italia di Giovanni Toti e Luigi Brugnaro (che frena). Rimangono stabili, poi, Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni al 2,4% e i Verdi al 2,3%. Tutti gli altri partiti raccoglierebbero assieme appena il 5,4% dei consensi.
Quanto alle coalizioni, un eventuale centrodestra di nuovo unito cala leggermente nei consensi, ma rimane stabilmente maggioranza relativa nel Paese. Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia, Noi con l'Italia e Cambiamo arriverebbero infatti al 49,6%, contro il 39,2% del centrosinistra senza Italia Viva (con la quale si arriverebbe al 42%).
Fiducia molto alta in Mattarella e Draghi
Gli italiani rimangono poi molto fiduciosi nell'operato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e nel premier Mario Draghi. Il Capo dello Stato ottiene il 71% dei giudizi positivi, in calo del 5% rispetto a due settimane fa, mentre l'ex capo della Bce è un buon leader per il 55,4% degli intervistati (-2% sulla rilevazione precedente).
La fiducia nel governo è invece al 50,8%, in calo dello 0,6%. Infine la rielezione di Mattarella è per sette italiani su dieci la dimostrazione tangibile dell'incapacità dei partiti, mentre solo il 22% parla di scelta di buon senso. Un 8% di intervistati, invece, non si esprime.