Sondaggi politici, Fratelli d’Italia allunga sul PD, M5s in forte crescita
Fratelli d'Italia allunga il passo sul PD e si consolida come primo partito italiano. A dirlo è l'ultima rilevazione statistica di Noto sondaggi, realizzata per la trasmissione di Rai 1 "Porta a Porta". Secondo il sondaggio la formazione guidata da Giorgia Meloni ad eventuali elezioni otterrebbe il 21% dei consensi. Il Partito democratico si fermerebbe invece al 19,5%. Rispetto a un mese fa, quindi, la formazione di Enrico Letta ha perso lo 0,5% dei voti. Due mesi fa, invece, era al 20,5%.
Al terzo posto c'è ancora la Lega, che sale dal 17% al 18% rispetto al 9 marzo. Il Carroccio, dunque, sembra in ripresa dopo mesi di calo nei consensi. Lo stesso vale per il Movimento 5 stelle, che rispetto all'ultimo sondaggio di Noto guadagna un significativo 1,5%, passando dal 12% al 13,5%. Al quinto posto, poi, c'è Forza Italia, con il 7%. Seguono la federazione tra Azione e +Europa al 4% e Italia Viva al 3%, entrambi senza cambiamenti rispetto a un mese fa.
Tra i partiti minori guadagna terreno Noi con l'Italia di Maurizio Lupi, quotata al 2%, così come Italexit di Gianluigi Paragone. Più in basso Coraggio Italia, Art.1-Mdp e i Verdi all'1,5%, con Sinistra Italiana all'1%. Tutti gli altri partiti, assieme, totalizzerebbero il 4,5%. Con questi numeri il centrodestra nuovamente unito otterrebbe il 48% dei consensi. Il centrosinistra è fermo invece al 37%. Le forze liberal-democratiche si attestano infine al 7%.
Guerra in Ucraina, gli italiani si spaccano sull'invio di armi all'Ucraina
Nello stesso sondaggio è poi stato chiesto agli intervistati chi pensano stia vincendo il conflitto in Ucraina. Per il 47% è Kiev che sta prevalendo, contro il 22% che risponde "Russia" e un 31% di indecisi. Il 57% degli italiani, poi, dà ragione e sostiene l'Ucraina, contro un 14% a favore di Mosca e un 29% di astenuti. Ma è sull'invio di armi a Kiev che gli intervistati si spaccano: il 44% è contrario, il 42% è favorevole e il 14% non si esprime.
L'aumento delle spese militari al 2% del Pil viene invece bocciato da un significativo 51% degli italiani, così come un eventuale razionamento del gas e dell'energia elettrica.