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Sondaggi politici, effetto regionali: Meloni inarrestabile, sale al 44,4% la fiducia nella premier

Secondo l’ultimo sondaggio di Termometro politico il primo effetto delle regionali in Lazio e Lombardia è stato un aumento del consenso nei confronti di Giorgia Meloni: l’indice di fiducia degli italiani nella premier è in leggero rialzo rispetto alla precedente rilevazione, al 44,4%.
A cura di Annalisa Cangemi
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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni sembra inarrestabile: cresce ancora l'indice di fiducia degli italiani nella premier, in leggero rialzo rispetto alla precedente rilevazione, al 44,4%.

Secondo l'ultimo sondaggio settimanale effettuato da Termometro politico tra il 14 e il 16 febbraio 2023, le intenzioni di voto hanno risentito di un effetto regionali sulle percentuali partiti. L'ultima tornata elettorale, che si è svolta in Lombardia e Lazio il 12 e 13 febbraio, ha decretato la vittoria pressoché incontrastata del centrodestra, con lieve rialzo del Pd. Male invece M5s e Terzo Polo.

Secondo il sondaggio Fdi è rimasto stabile al 28,7%, il M5S è invece calato al 17,2%, Pd e Lega sono aumentati rispettivamente al 16,8% e all'8,9%. Giù il Terzo Polo al 7,9% con Forza Italia in crescita al 7,5%. Sinistra Italiana e Verdi scendono sotto la soglia di sbarramento del 3% e sono in compagnia di +Europa al 2,5%, Italexit al 2,4%, Democrazia Sovrana e Popolare all'1,6% e Unione Popolare all'1,5%.

Gli italiani danno ragione a Berlusconi su Zelensky

Hanno scatenato polemiche, anche in Europa, le dichiarazioni della scorsa settimana di Silvio Berlusconi contro Zelensky, su cui poi l'ex premier ha fatto una parziale marcia indietro. Ma soprattutto hanno generato fibrillazioni nella maggioranza. L'ex presidente del Consiglio ha criticato la scelta di Meloni di incontrare il leader ucraino a Bruxelles. Eppure gli italiani sembrano essere dalla sua parte.

Per il 40,6% infatti il presidente ucraino è responsabile o perlomeno corresponsabile della guerra e "per questo motivo bisognerebbe smetterla di inviare armi a Kiev". Un ulteriore 9,7% pur dando ragione al leader di Forza Italia, ritiene che abbia fatto male a fare questa esternazione "perché indebolisce l'Italia che in questo momento deve rimanere al fianco degli alleati della Nato". A respingere del tutto le parole di Berlusconi è il 32,7%, secondo cui è stato Putin a volere la guerra e la sua aggressione è ingiustificabile, "per questo l'Ucraina va aiutata inviandole le armi". Un altro 13,5% si dice in disaccordo con l'ex premier anche se preferirebbe che fosse fermato l'invio di armi e venisse raggiunto un compromesso.

Astensione record alle regionali, di chi è la colpa?

Diverse le interpretazioni sulle cause dell'astensione record alle ultime elezioni regionali in Lombardia e Lazio. Per il 38,1% il motivo è la completa sfiducia verso la classe politica di ogni schieramento; per il 23,8% è l'esito scontato del risultato che ha scoraggiato l'affluenza degli elettori; per il 17,9% è la vicinanza con le recenti elezioni politiche che si sono tenute a settembre e il fatto che si sia parlato poco di queste elezioni locali; e infine per il 18,8% è la politica a non aver più nessun reale potere "in quanto le vere decisioni si prendono altrove, da persone che non sono state elette".

Perché hanno perso sinistra e centro?

Sulla sconfitta del centro e della sinistra nel Lazio e in Lombardia, il 52,7% non ha dubbi, è "perché sono lontani dalle vere esigenze quotidiane della popolazione, non comprendono l'elettorato o offrono le soluzioni sbagliate". Il 22,1% ritiene che con l'astensione record abbiano perso tutti, mentre il 12,1% pensa che le Regionali siano state lo specchio del consenso che il centrodestra ha oggi nel Paese. Infine per l'11,6% la sconfitta di centro e sinistra è dovuta al fatto che non hanno contenuti e comunicazione populisti come il centrodestra, che sa inventarsi priorità che non ci sono.

Cosa pensano gli italiani del Festival di Sanremo

Un passaggio infine sul Festival di Sanremo che si è concluso l'11 febbraio: solo il 31% degli intervistati pensa che la kermesse musicale rappresenti il Paese reale. Per il 27,4% rappresenta solo il mondo dello spettacolo più "trasgressivo e progressista" del Paese mentre per il 36,9% il mondo reale "è molto lontano e certamente migliore di quello del palco dell'Ariston".

Il 51,8% comunque non crede che con il Festival qualcuno voglia dettare un'agenda politico-sociale alla politica e agli italiani. Oltre quattro italiani su dieci la pensano diversamente, con il 33,1% che ritiene che il Festival "voglia spingere la società italiana verso valori da cui oggi per fortuna il Paese vero è ancora lontano".

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