Sondaggi politici, balzo in avanti di Forza Italia grazie all’accordo con Noi Moderati: sale all’8%
L'ultimo sondaggio di Termometro politico, con interviste raccolte tra il 9 e l’11 aprile 2024, in vista delle elezioni europee di giugno, segnala un balzo in avanti per Forza Italia, grazie all'accordo tra gli azzurri e Noi Moderati, che Moderati sarà presente con propri candidati nelle liste del partito guidato da Tajani, che passa così dal 7,1% all’8,0% netto.
Nel centrodestra risalgono anche Lega e Fdi, entrambe dello 0,2%: sono rispettivamente all'8,8% e al 27,8%. A scendere invece è il M5s di Conte, che perde tre decimi, e va al 15,6%; mentre il Pd di Schlein rimane stabile al 19,5%, nonostante gli scandali pugliesi e le inchieste giudiziarie in Piemonte. La joint venture tra Renzi e Bonino sembra già portare i primi risultati: alla prima rilevazione, gli “Stati Uniti d’Europa” partono dal 5,1%. Azione, invece, è al 3,9%. Continua a salire il movimento di Michele Santoro (Pace Terra Dignità) che ha raggiunto già il 2,4%. Anche la proposta aggregativa di Cateno De Luca, Libertà, sale e va all’1,4%.
Per quanto riguarda la fiducia in Giorgia Meloni, la premier riprende un po' di consenso (+0,6%) e si riavvicina alla soglia psicologica del 40% di gradimento. Tra chi ha molta e abbastanza fiducia si arriva al 39,5%. Sfiduciata, invece, dal 60,1% degli italiani.
Quanto pesa sul voto la presenza di indagati in lista?
Quanto è importante la trasparenza nella composizione delle liste e quanto è importante che non ci siano indagati? La risposta più gettonata (35,1%) ritiene fondamentale che non ci siano persone indagate. Un 25% lo ritiene importante ma, allo stesso tempo, votare per quella determinata lista o meno dipenderebbe dall'effettiva importanza del soggetto indagato e dal tipo di accusa. Nel complesso, quindi, 6 italiani su 10 considerano rilevante la "pulizia" di una lista o di un partito.
Dall'altro lato, c’è un buon 27,5% garantista: "A contare è solo l’effettiva condanna" in quanto molti indagati risultano poi assolti dopo i vari gradi di giudizio. Infine, solo l’11,1% considera importante solo il programma del partito e posizioni espresse, e non le vicende dei singoli.