Sondaggi europee, dopo settimane di crisi risale il M5s: torna davanti al Pd
Dopo settimane di calo inesorabile, cambia qualcosa per il Movimento 5 Stelle nei sondaggi con una leggera ripresa che gli permette di superare nuovamente il Pd. A mostrarlo è una rilevazione effettuata da Swg per il Tg La7, lo stesso istituto che proprio una settimana fa aveva sancito il sorpasso dem sui Cinque Stelle dopo più di un anno. Dal sondaggio arriva intanto una conferma: la Lega è sempre il primo partito, con un larghissimo vantaggio su tutti gli altri: più di 12 punti proprio sul Movimento 5 Stelle. Ma negli ultimi sette giorni il Carroccio ha perso qualche consenso, passando dal 33,9% al 33,4%. I pentastellati, invece, crescono leggermente, passando dal 21% al 21,3%. Quanto basta per superare nuovamente il Pd e tornare davanti ai dem.
Il sondaggio realizzato da Swg prende in considerazione le intenzioni di voto per le elezioni europee 2019 ed evidenzia un dato per il Pd sostanzialmente stabile: oggi è al 21%, lo 0,1% in meno rispetto alla scorsa settimana. Un dato, comunque, positivo rispetto al risultato delle politiche del 2018. In leggera crescita – lo 0,1% in più – Forza Italia che si attesta all’8,7%. Positivo il dato di Fratelli d’Italia che dopo il buon risultato alle regionali in Basilicata è in crescita al 4,7%, contro il 4,4% di una settimana fa. Passando al centrosinistra, troviamo +Europa al 2,9% (-0,1%), Mdp, Si e altri al 2,3% (-0,1%), Potere al Popolo in leggera crescita al 2,2% e i Verdi all’1%, contro l’1,1% della settimana precedente. Non si esprime, invece, il 28,5% degli intervistati: un dato in crescita di oltre un punto percentuale in sette giorni.
Lo ius soli
Un altro sondaggio, realizzato da Eumetra per la trasmissione Quarta Repubblica, in onda su Rete 4, chiede agli intervistati cosa pensano dello ius soli. Nello specifico, dopo la riapertura del dibattito sulla cittadinanza , si chiede agli elettori se sono d’accordo con lo ius soli. Risposta positiva dal 41% degli intervistati. Al contrario, parere negativo dal 50% del campione. Non si esprime, invece, il restante 9%. La linea del governo, che ha già fatto sapere che non ridiscuterà il tema e non affronterà la riforma della cittadinanza, sembra essere condivisa da buona parte dell’elettorato.
