Sondaggi Emilia-Romagna, il 15% dell’elettorato (400mila persone) non sa ancora per chi votare
Le elezioni in Emilia-Romagna sono considerate di fondamentale importanza non solo per la Regione, al momento guidata da Bonaccini (Pd), ma anche perché sono un test per valutare la salute del governo giallo-rosso. Su ‘la Repubblica sono stati pubblicati oggi gli ultimi dati sulla Regione, che andrà al voto il prossimo 26 gennaio: l'istituto Cattaneo analizza un sondaggio Swg su otto presidenti di Regione, da cui emerge che l'operato di Bonaccini è considerato "efficace" dal 62% degli intervistati. Il presidente dem è al secondo posto della classifica, dopo il governatore del Veneto Luca Zaia.
Lo studio ‘Allerta rossa per l’onda verde', a cura del direttore dell'istituto Cattaneo Marco Valbruzzi è suddivisa in dieci capitoli e fornisce un quadro della regione rossa, alla fine del mandato di Bonaccini, alla vigilia dell'appuntamento elettorale di fine gennaio. Visto il largo consenso di cui gode il governatore uscente, "La strategia di personalizzazione del voto del presidente, sempre più solo e ‘oltre le sue liste', Pd compreso, è quindi ‘quella giusta' secondo Valbruzzi, perché conta sull’apprezzamento che il governatore riscuote".
L'analisi, che prende avvio dal sondaggio Swg, condotto su un campione di 1008 persone, mostra un elemento che potrebbe essere dirimente, nel testa a testa, che si consolida sempre di più, tra Bonaccini e Borgonzoni: il 15% dell'elettorato, cioè in numeri assoluti 400mila elettori, non sa ancora per chi votare.
La spaccatura tra centri urbani e zone più rurali e periferiche in Emilia-Romagna è ancora più evidente. Alle Europee 2019 i piccoli Comuni, persa la loro comunità ideologica di valori, che il Pci aveva saputo ricompattare diventano secondo l'isti infatti solo "campanili", alla ricerca di una rassicurante protezione della loro identità, e per questo sono orientati maggiormente verso la Lega. Il Pd è più saldo nei centri storici delle città, e può contare su un elettorato "economicamente sicuro", composto al 29,3% da liberi professionisti; mentre il 12,2% degli operai vota convintamente per Salvini, e il 10% degli studenti premierebbe Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia.
L'istituto Cattaneo considera l'elettorato dell'Emilia-Romagna "sospeso tra voglia di andare avanti e nostalgia dei valori del passato". A sostegno di questa valutazione ci sono le principali paure espresse dagli emiliano romagnoli, che sono il timore per "il futuro dei figli" (14,3%) e l’ansia per la "mancanza di valori" (13,1%). Per l'istituto sono il sintomo di una sorta di "‘nostalgia di futuro'" e cioè nascondo "il desiderio di ‘guardare al futuro portandosi dietro un pezzo di identità'". E aggiunge che forse per questo il movimento delle sardine ha avuto origine proprio a Bologna, "perché è figlio di questo smarrimento di valori, di questa nuova domanda di senso cui la politica non ha saputo finora dare risposte".