Sondaggi elettorali, una coalizione di centrosinistra con Pd e M5s vale quanto il centrodestra
Una eventuale coalizione di centrosinistra allargata anche al Movimento 5 Stelle vale quasi quanto il centrodestra unito. Il sondaggio realizzato da Quorum/YouTrend per il programma di approfondimento Start di Sky Tg24 mostra come la coalizione guidata dalla Lega abbia un vantaggio molto risicato su un’eventuale accordo elettorale di cui i principali protagonisti sarebbero Pd e M5s. Un classico centrosinistra (ma allargato ai 5S) contro centrodestra. La coalizione di centrosinistra si attesterebbe, secondo la rilevazione, al 46,2%. Solo un punto percentuale in meno rispetto al centrodestra formato da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Gli altri partiti, se questo fosse lo scenario, raccoglierebbero in totale il 6,7% dei voti.
Lo stesso sondaggio misura anche il bacino potenziale di voti di Italia Viva, che raggiunge il 13%. Ma solo il 2% del campione voterebbe di sicuro il partito di Matteo Renzi, mentre il restante 11% sostiene che probabilmente potrebbe farlo. Nel sondaggio, comunque, Italia Viva viene rilevata al 3,6%. Stando alle intenzioni di voto la Lega rimane saldamente in testa con il 31,3%. Seguita dal Pd che, nonostante la scissione renziana, rimane su un buon livello, al 22,2%. Più dietro il M5s con il 18%, Fratelli d’Italia al 7,8%, Forza Italia al 6,9%, La Sinistra al 3,1%, +Europa al 2,7% e Cambiamo di Giovanni Toti allo 0,8%.
La fiducia nei leader secondo i sondaggi
L’uomo politico che gode di una maggiore fiducia degli elettori italiani è senza dubbio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: il suo gradimento è al 64%. Dietro di lui troviamo il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al 50%. Più lontani, invece, tutti i capi dei vari partiti politici: Matteo Salvini è al 31%, Nicola Zingaretti al 24%, Luigi Di Maio al 21% e infine chiude la classifica proprio Matteo Renzi al 14%.
Il governo Conte bis: le priorità e le norme da abolire
Il 60% degli italiani ha un’opinione negativa del governo Conte bis, a fronte di un 40% del campione che ha un giudizio positivo. Agli intervistati viene chiesto anche cosa pensano che l’esecutivo debba fare su alcuni temi. Sulla questione immigrazione, il 36% ritiene che dovrebbe adottare una linea più morbida, il 35% chiede di confermare le stesse politiche del precedente governo e il 29% vuole un approccio più severo. Sulla legge di Bilancio, invece, viene chiesto dove gli italiani vorrebbero che vengano presi i soldi per realizzare le misure da inserire in manovra: il 39% risponde dalla tassa sul patrimonio, il 32% dai tagli alla spesa pubblica, il 13% dall’aumento delle tasse sui redditi, il 10% dall’innalzamento dell’età pensionabile e solo il 6% dall’aumento dell’Iva.
Per quanto riguarda le norme del precedente governo, gli elettori dicono quali secondo loro andrebbero abolite. La risposta che va per la maggiore è senza dubbio il reddito di cittadinanza (47%), seguito a distanza dai decreti sicurezza (18%), dalla quota 100 (10%) e dal decreto dignità (5%). Infine, il sondaggio si sofferma sul taglio dei parlamentari. Secondo gli intervistati l’Italia dovrebbe avere – sulla base della media delle risposte – 331 tra deputati e senatori. Ma il 44% non risponde. Inoltre, solo il 26% degli intervistati sa quanti parlamentari ci sono oggi. Andando avanti con le domande sulla conoscenza del mondo istituzionale, il 77% del campione sa cosa si vota alle elezioni politiche, l’88% sa chi è il capo dello Stato e il 70% sa anche come viene eletto lo stesso presidente della Repubblica.