Sondaggi elettorali: rischio crisi di governo, cosa succederebbe se si votasse oggi
La crisi di governo ufficialmente non è stata aperta, ma dal punto di vista politico, senza dubbio, è già avviata. E l’ipotesi di un voto anticipato non è più così lontana. Motivo per cui è particolarmente interessante sapere, attraverso i sondaggi, cosa potrebbe accadere se si andasse alle urne oggi. La rilevazione di Ipsos riportata dal Corriere della Sera evidenzia il successo della Lega, sempre in crescita, e la possibile affermazione elettorale di una coalizione formata dal Carroccio insieme a Fratelli d’Italia, anche senza aver bisogno dei voti di Forza Italia. La Lega oggi sarebbe al 36%: rispetto alla precedente rilevazione di Ipsos del 26 giugno il Carroccio ha guadagnato quasi tre punti percentuali.
Nel centrodestra troviamo Fratelli d’Italia in crescita al 7,5%, davanti a Forza Italia che è invece in calo e si ferma al 7,1%. Il centrodestra unito oggi godrebbe di una larga maggioranza, stando ai sondaggi: sarebbe al di sopra del 50%. Ma Salvini e la Lega potrebbero non avere bisogno dei voti di Berlusconi: un’alleanza tra il Carroccio e Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, potrebbe raggiungere il 43,5% dei voti. Secondo le stime realizzate sulla base della legge elettorale attualmente in vigore per raggiungere la maggioranza in Parlamento dovrebbe essere sufficiente superare la soglia del 40%: un obiettivo che ad oggi sembra alla portata di Salvini e Meloni.
Chi è in calo è il Pd, che scende dal 21,2% di giugno al 20,5%, rimanendo così decisamente staccata dalla Lega ma al di sopra del dato del Movimento 5 Stelle. I pentastellati, nonostante la decisione del governo di proseguire con la Tav, sono in crescita: guadagnano mezzo punto percentuale rispetto a giugno e arrivano al 17,8%. Nel centrosinistra, invece, supera il 3% solamente +Europa, che raggiunge il 3,5%. Più indietro gli altri partiti, con La Sinistra al 2% ed Europa Verde all’1,9%. Le altre liste, sommando tutti i voti, raggiungerebbero il 3,7%. Alto, invece, il dato riguardante gli astenuti e gli indecisi, che sono il 36,3% degli intervistati.