Sondaggi elettorali, per la prima volta dopo mesi la Lega scende sotto il 30%: crescono Fdi e Fi
Il centrodestra continua, nel suo complesso, ad avanzare. Ma la Lega subisce una battuta d’arresto e per la prima volta dopo tantissimi mesi si ferma al di sotto del 30% dei voti. Il sondaggio realizzato da Izi, l’istituto guidato da Giacomo Spaini, per Repubblica, fornisce un quadro che conferma il trend che si è già registrato con le elezioni regionali in Umbria. La destra, in generale, cresce. Ma non raggiunge ancora la maggioranza assoluta, pur andandoci molto vicina. Nel centrosinistra tiene il Partito Democratico, che in caso di coalizione larga di sinistra potrebbe conquistare fino al 25% dei voti. Inoltre, se la coalizione elettorale fosse identica a quella oggi al governo ci sarebbe un testa a testa con il centrodestra. L’alleanza formata da Lega, Fdi e Fi sarebbe al 48,5%, quella dei partiti di maggioranza si fermerebbe subito sotto, al 48,5%.
Sondaggi elettorali, Lega sempre in testa ma sotto il 30%
La Lega si conferma primo partito, pur scendendo per la prima volta dopo tanti mesi al di sotto della soglia del 30%. Il primato del Carroccio non viene però scalfito dagli altri partiti, con il Pd indietro di oltre dieci punti percentuali: è al 18,2%. Poco più indietro troviamo il Movimento 5 Stelle, al 17,9%. Si passa poi al centrodestra, dove guadagnano voti gli alleati di Matteo Salvini: Fratelli d’Italia raggiunge la doppia cifra e si attesta al 10,7%, mentre Forza Italia si riavvicina al 10%, pur fermandosi al 9,5%. Gli altri partiti di centrosinistra, invece, raccolgono, nel complesso, il 7,5% dei consensi. Italia Viva di Matteo Renzi si attesta al 4,9%, mentre +Europa si ferma al 2,7%.
Il limite all’uso del contante nei sondaggi
La stessa rilevazione prende in considerazione un altro tema, quello del limite all’uso del contante. Sulla questione l’Italia è sostanzialmente divisa, sia da un punto di vista generale (favorevoli e contrari) sia da un punto di vista territoriale. Andando a vedere il dato sull’intero territorio nazionale, il 50,6% del campione ritiene il limite al contante potenzialmente dannoso. Il 49,4%, invece, pensa che sia uno strumento utile per contrastare l’evasione. Il dato varia se andiamo a dividere l’Italia in macro-aree: le regioni del Nord sono tendenzialmente più favorevoli a queste misure, con un picco nel Nord-Est del 52,5%. Più critici i cittadini del Centro (50,1% di contrari) e quelli del Sud: nel Mezzogiorno ben il 56% degli intervistati ritiene che il limite all’uso del contante sia dannoso.