Sondaggi elettorali, la Lega continua a crescere dopo le europee: Pd in ripresa, in calo il M5s
Dopo il record delle elezioni europee prosegue la crescita della Lega nei sondaggi: il Carroccio guadagna ancora un punto percentuale rispetto al 26 maggio ed è sempre più il primo partito, staccando il Pd che continua comunque – anche se lentamente – la risalita. Che, invece, proprio non riesce al Movimento 5 Stelle. Il sondaggio realizzato da Tecnè per Quarta Repubblica, la trasmissione in onda su Rete 4, prende in considerazione le intenzioni di voto degli italiani in caso di elezioni politiche. Sul primato della Lega non c’è alcun dubbio: il partito di Matteo Salvini si attesta al 35,5%. Una cifra in crescita se confrontata con il dato delle elezioni europee del 26 maggio, quando il Carroccio fu nettamente il primo partito con il 34,3% dei voti. A inseguire c’è il Pd, distanziato, però, più di dodici punti. Per il partito guidato da Nicola Zingaretti, comunque, arriva qualche segnale positivo, con uno 0,7% in più rispetto alle europee. Oggi i dem si attestano al 23,4% dei consensi.
Continuano le difficoltà del Movimento 5 Stelle che, dopo il già deludente risultato del 26 maggio quando si fermò al 17,1%, non riesce a risalire la china. Oggi i 5 Stelle si fermano al 17%, in calo – anche se di poco – rispetto alle europee. Dietro, invece, fa segnare una leggera ripresa Forza Italia, che si attesta al 9,1%, contro l’8,8% del voto di maggio. Qualche segnale positivo che arriva dopo l’annuncio delle primarie con la nuova organizzazione del partito e che segue un ulteriore calo nelle settimane successive alle elezioni, quando il partito di Silvio Berlusconi era stato superato anche da Fratelli d’Italia. Per il partito di Giorgia Meloni, invece, continua il buon momento con una lieve crescita rispetto alle europee: Fdi passa dal 6,5% al 6,6% dei consensi. Per quanto riguarda tutti gli altri partiti, invece, insieme raggiungono l’8,4% (contro il 10,6% di maggio), ma non vengono stimati singolarmente.
La procedura d’infrazione
La rilevazione effettuata da Tecnè prende in considerazione anche il parere degli italiani sulla procedura d’infrazione per debito che l’Ue potrebbe infliggere all’Italia. La domanda che viene posta riguarda le intenzioni di evitare la procedura d’infrazione anche nel caso in cui si debba rinunciare ad alcuni provvedimenti. E l’esito non lascia dubbi: per il 59% degli intervistati la procedura d’infrazione va evitata a ogni costo, anche rinunciando ad altri provvedimenti. Si dice contrario a questa ipotesi il 25% del campione, mentre non prende posizione il restante 16%.