Sondaggi elettorali, in calo Lega, Pd e M5s: crescono solo Fratelli d’Italia e Forza Italia
Tutti i principali partiti perdono voti. Gli unici a sorridere sono Fratelli d’Italia e Forza Italia. La fase due porta pochi cambiamenti nei sondaggi elettorali rispetto alla fase uno, ma la tendenza non premia nessuno dei primi partiti: Lega, Pd e Movimento 5 Stelle sono infatti in calo. La supermedia YouTrend per Agi evidenzia le differenze tra i sondaggi di questa settimana e quelli di ormai 14 giorni fa, quando eravamo al termine della fase di lockdown e si procedeva con le prime riaperture. Non solo le intenzioni di voto, ma anche sulla ripresa delle attività produttive e commerciali cambiano leggermente le percezioni degli italiani.
Sondaggi elettorali, crescono solo Fdi e Fi
La supermedia evidenzia un calo dello 0,3% sia per la Lega che per il Pd: il Carroccio ora è al 26,4%, i dem al 21%. Con un distacco comunque molto più basso rispetto a pochi mesi fa. In calo, invece, il M5s: perde lo 0,4% dopo un periodo di aumento dei consensi e non va oltre il 15,8%. In crescita troviamo invece Fratelli d’Italia, che guadagna lo 0,2% e si attesta al 14,3%, continuando a recuperare sempre più consensi a fronte del calo della Lega. In salita (sempre dello 0,2%) anche Forza Italia, ora al 6,7%. Più indietro, ma al di sotto del 4%, cresce leggermente Italia Viva (+0,1% e 3,4%), mentre rimane stabile La Sinistra al 2,8%. In crescita Azione al 2,1%, in calo i Verdi all’1,8% e stabile +Europa all’1,6%.
L’opinione degli italiani sulle riaperture e la ripartenza
Sulla riapertura avvenuta il 18 maggio delle attività produttive e dei negozi quasi tutti gli italiani si dicono d’accordo: favorevole ben il 78% del campione intervistato da Ixè. Allo stesso tempo, però, aumenta il timore di un incremento dei contagi dovuto alle riaperture, che potrebbe portare – secondo gli italiani – a un nuovo lockdown. Altro tema è quello della ripartenza economica, con il decreto Rilancio da poco approvato: si dice a favore delle misure previste il 52% secondo Swg e il 45% per Noto. Anche se rimane alto, al di sopra del 30%, il tasso di intervistati che ritiene che un provvedimento del genere non sia sufficiente per far ripartire l’economia italiana.