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Sondaggi elettorali, debutta il partito di Paragone: Italexit non andrebbe oltre l’1,3% dei voti

È un debutto amaro quello nei sondaggi elettorali per il partito di Gianluigi Paragone, Italexit. Ancora prima della sua nascita, Termometro Politico stima il valore elettorale della forza politica che l’ex senatore del Movimento 5 Stelle vuole fondare: al momento, però, i consensi si fermano all’1,3%.
A cura di Stefano Rizzuti
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Un debutto non proprio entusiasmante. Italexit, il partito che il senatore ex Movimento 5 Stelle, Gianluigi Paragone, sta lanciando in queste settimane, non sembra godere per il momento di molta fiducia nei sondaggi. Una rilevazione di Termometro Politico stima per la prima volta il peso elettorale del partito di Paragone, che non va però oltre l’1,3% dei consensi. Il sondaggio evidenzia un calo della Lega di mezzo punto percentuale che non cambia però la situazione: il Carroccio è saldamente in testa con il 27,9%. A seguire troviamo, in leggera crescita, il Pd, con il 20,8%. Più indietro  troviamo il Movimento 5 Stelle al 14,9% e Fratelli d’Italia al 14,2%: entrambi sono in calo. Nettamente staccato Forza Italia, che non va oltre il 5,8%.

Italexit, il partito di Paragone non sfonda al debutto

Azione di Carlo Calenda guadagna ulteriore vantaggio rispetto a Italia Viva: 3,3% contro il 2,8% del partito di Matteo Renzi. La Sinistra si avvicina al 2,6%, mentre +Europa si ferma all’1,8% e i Verdi non superano la soglia dell’1,5%. La novità del sondaggio di Termometro politico riguarda, come detto, il debutto di Italexit, il partito che Paragone ha annunciato di voler creare con il chiaro obiettivo di portare l’Italia fuori dall’Euro. Alla sua prima rilevazione, però, i numeri non sono confortanti e il dato stimato è dell’1,3%. Più indietro troviamo solamente il Partito Comunista con l’1%.

Sondaggi, gli Italiani contrari al Mes

Un capitolo del sondaggio è dedicato al Mes: il 54,2% degli italiani si dice contrario all’utilizzo dei fondi del meccanismo per le spese sanitarie. Tra chi si dice contrario, il 26% ritiene che aderire al Mes comporti una sottrazione di sovranità, mentre il 28,2% è convinto che servono risorse a fondo perduto e non prestiti. A favore è solamente il 29,6% degli intervistati, anche se un 13,9% sostiene che il Mes sia uno strumento utile, ma che non possa vincolare la concessione dei fondi del Recovery Fund. A essere maggiormente contrari al Mes sono soprattutto gli elettori di Lega e Movimento 5 Stelle, mentre tra quelli del Pd sette su dieci sono favorevoli.

La fiducia nella classe dirigente e in Conte

Agli intervistati si chiede anche di confrontare gli attuali politici con quelli della Prima Repubblica. Secondo il 70,9% del campione la classe dirigente della Prima Repubblica era migliore di quella attuale. Una risposta data anche da un 33% di persone che la vede in questo modo, ma ritiene che allora i politici fossero più disonesti. Il 22% degli intervistati, invece, dice che i politici della Prima Repubblica erano peggiori: a pensarlo sono soprattutto gli elettori del M5s (ben l’85% di loro). Infine, il sondaggio analizza anche la fiducia nel presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che scende dal 41% al 40,5% in una settimana. Mentre cresce di mezzo punto percentuale il dato di chi hanno fiducia in Conte: ora è al 59%.

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