Il giorno dopo il clamoroso successo della manifestazione "Se non ora quando?", che ha portato in piazza centinaia di migliaia di donne, arriva un altro duro colpo per il Presidente del Consiglio. Infatti, certamente il Cavaliere, sempre attento alle rilevazioni statistiche in tema di consenso, non avrà potuto fare a meno di guardare con una certa preoccupazione l'ultima indagine effettuata da Demos per il quotidiano la Repubblica.it. I dati, perfettamente analizzati da Ilvo Diamanti dalle colonne dello stesso quotidiano, mostrano infatti ancora il calo di consensi della maggioranza di governo, ma soprattutto riflettono un "orientamento preoccupante" circa il gradimento personale di Silvio Berlusconi.
L'Atlante Politico di demos, dunque, oltre a confermare le difficoltà del Popolo della Libertà, sceso al 27,2%, nonchè dello stesso Partito Democratico, di nuovo sotto il 25%, mette in evidenza il buon riscontro che al momento otterrebbero da una parte la Lega Nord (addirittura all'11,8% picco storico del Carroccio) e dall'altra Sinistra e Libertà, che otterrebbe addirittura l'8,2% dei consensi. Stabili invece Futuro e Libertà (5,5%) e Unione di Centro al 7,1%, mentre anche il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo si confermerebbe al di sotto del 4% dei consensi. Più complesso invece il discorso legato alle coalizioni, con i dati che mostrano come un eventuale "fronte comune" fra tutte le forze di opposizione potrebbe ottenere la maggioranza assoluta dei consensi. Mentre estremamente interessanti restano i dati relativi al gradimento personale dei singoli personaggi politici. In cima alla lista ed in sostanziale crescita, il Ministro Giulio Tremonti, che riscuote anche consensi fra elettori dell'opposizione, tallonato comunque da Nichi Vendola, che precede di poco Emma Bonino. Più staccati, ma comunque intorno al 40%, sia Pierferdinando Casini sia Pierluigi Bersani, mentre Fini si ferma al 35, superando però nettamente un Silvio Berlusconi che ottiene la fiducia convinta solo del 30% degli italiani.
Altissimo invece l'apprezzamento nei confronti del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, "rispettato da oltre l'80% degli italiani, anche e soprattutto in relazione al modo in cui sta affrontando la difficile crisi politico – istituzionale degli ultimi giorni. Insomma le polemiche intorno al caso Ruby e quelle nate in seguito al "pareggio in commissione" per il Federalismo Fiscale, che hanno visto in prima linea il Capo dello Stato, hanno in qualche modo accresciuto un vuoto politico nel quale come unico punto di riferimento resta la figura del Capo dello Stato.