A poche settimane di distanza dall'attesissimo primo turno delle elezioni amministrative 2011, con tantissimi comuni alle urne e soprattuttu le sfide cruciali delle comunali di Milano, Napoli, Torino e Bologna, è un sondaggio realizzato da Cide per il Sole 24ore a fornire interessanti spunti di riflessione. La rilevazione, infatti, non riguarda i singoli comuni e nemmeno i territori interessanti dalle elezioni provinciali 2011, bensì si concentra sulle scelte politiche di un determinato campione di cittadini. In particolare, Cise ha effettuato una stima delle intenzioni di voto ai partiti rilevanti, una stima per coalizione (la domanda posta era: "Se dovesse scegliere solo la coalizione leri per quale di queste voterebbe?") divisa per due ipotetiche soluzioni (Pd con la Sinistra e Pd con il Terzo Polo) ed infine una valutazione sulle probabilità di voto futuro verso i due più grandi partiti italiani.
Dai dati emerge che il Popolo della Libertà si conferma primo partito con il 28,6% dei consensi, seguito a ruota dal Partito Democratico che risale fino al 27,8%. Interessante anche il riscontro di Lega Nord (10,4%), Sinistra e Libertà (intorno al 7%) ed Unione di Centro (che conferma il suo 6,8% dei consensi); mentre l'Italia dei Valori scende al 6,5% e Futuro e Libertà sembra ormai assestarsi intorno al 4,5% dei voti. Di grande rilevanza anche il confronto fra le coalizioni, con i dati che parlano di un avvenuto sorpasso del centrosinistra (Pd – Idv – Sel) ai danni del centrodestra (Pdl – Lega), con un divario di circa 3 punti percentuali (44,1 contro 41,2). Il Terzo Polo in tal caso si assesterebbe al 14,7%; mentre, nel caso si andasse al voto con una coalizione formata da Pd, Udc e Fli lo scenario cambierebbe completamente.
Infatti, se da un lato i partiti di Sinistra (Idv, sel ed altri) raccoglierebbero ben il 28% dei consensi, la maggioranza degli elettori premierebbe il centrodestra (38,1%), penalizzando la "nuova alleanza" che chiuderebbe con circa il 33% dei voti. Insomma, anche da quest'ultima rilevazione sembra evidente una certa "inversione di tendenza", che potrebbe premiare gli oppositori del Cavaliere, a patto però che sappiano "gestire le alleanze, calibrare le mosse" e soprattutto mettere in piedi una più incisiva campagna di comunicazione (in particolare centrata sul grosso bacino dell'astensionismo).