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Solo in una scuola su cinque si parla di salute mentale: cosa dice lo studio Gimbe

Il nuovo studio della Fondazione Gimbe analizza l’impatto dei programmi “Scuole che promuovono salute” negli istituti italiani: in meno di una scuola su cinque si parla di salute mentale di prevenzione delle malattie infettive, e solo nel 40% dei casi il personale scolastico riceve una formazione sanitaria.
A cura di Pietro Forti
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Salute mentale e prevenzione delle malattie infettive non sono ancora una priorità per la scuola, nonostante l'impatto registrato durante gli anni della pandemia: se ne parla in meno di una scuola su cinque. È uno dei dati più sorprendenti dell'ultimo studio della Fondazione Gimbe sull'efficacia del programma dell'Oms in Italia "Scuole che promuovono salute" (Sps). L'indagine è stata condotta in quasi cinquecento scuole di tutta Italia scelte come campione della ricerca: solo il 61,9% delle scuole ha aderito al programma, e un quarto di questi istituti non ha o non è a conoscenza di un piano dedicato alle Sps.

Un altro dei dati allarmanti è la scarsa alfabetizzazione in ambito salute: solo nel 40% delle scuole il personale sanitario riceve una formazione sanitaria e viene aggiornato sull'uso di strategie di apprendimento e insegnamento che seguano il programma Sps. "L’assenza di investimenti per la formazione del personale scolastico sui temi dell’alfabetizzazione sanitaria – spiega il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta – rappresentano un ostacolo rilevante per l’implementazione delle Sps".

Sulla salute nelle scuole, insomma, secondo la fondazione ci sono ampi margini di miglioramento: "È essenziale che tutte le scuole sviluppino e implementino piani completi e ricevano il supporto necessario – aggiunge Cartabellotta – Solo così possiamo garantire un futuro migliore e più sano ai nostri studenti".

Il programma scolastico non è "sano"

Come detto, alcuni dati saltano all'occhio negli insegnamenti contenuti nei programmi di alfabetizzazione sanitaria. Se da una parte i temi storicamente più sentiti tra le mura scolastiche, come prevenzione di bullismo e cyberbullismo, sono trattati nella quasi totalità delle scuole del campione, alcuni argomenti delicati sono in fondo alla classifica. Tra questi spicca la salute mentale, che nelle generazioni più giovani è un'emergenza, ma anche la sensibilizzazione su malattie croniche e disabilità: entrambe sono trattate in meno di una scuola su cinque. Lo stesso vale per la prevenzione delle malattie infettive, nonostante siano passati appena due anni dalla fine dell'emergenza Covid.

Tra i temi più sentiti c'è l'educazione alimentare (argomento trattato in circa quattro scuole su cinque), mentre sulle dipendenze i numeri sono più bassi: in due istituti su tre si parla di dipendenza da internet, social media e videogame, mentre le dipendenze da droghe solo in circa metà del campione (nel 50% si parla stupefacenti, nel 48% di tabacco e nel 46% di alcool). L'educazione sessuale, la cui introduzione nelle scuole è argomento spesso presente nel dibattito politico, è comunque trattata in poco meno della metà degli istituti, mentre l'equità di genere è oggetto di discussione in solo due scuole su cinque.

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