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Smart working prorogato fino a giugno, cosa cambia per lavoratori fragili e genitori di under 14

Due nuovi emendamenti al decreto Milleproroghe portano una novità per lavoratori fragili e chi ha figli under 14 (se lavora nel settore privato): il diritto allo smart working agevolato è prolungato fino al 30 giugno 2023. Ecco cosa cambia per queste categorie.
A cura di Luca Pons
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I lavoratori fragili e i genitori di figli under 14 avranno il diritto allo smart working agevolato fino al 30 giugno 2023, nel settore privato. La novità è arrivata con due emendamenti al decreto Milleproroghe, uno proposto dal senatore del Partito democratico Antonio Nicita e l'altro dai relatori della norma. In questo momento il testo del decreto è in lavorazione nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato, che hanno approvato le modifiche all'unanimità.

Smart working, cosa cambia per i genitori di figli under 14 e per i lavoratori fragili

Fino a quando non entreranno in vigore questi emendamenti – cosa che accadrà solo quando il decreto Milleproroghe sarà votato da entrambe le Camere e trasformato in legge – la situazione resta quella attuale: lo smart working è possibile solo per i lavoratori fragili, e solo fino al 31 marzo 2023. Per i genitori di figli under 14, invece, la possibilità è scaduta dal 1 gennaio e verrà riattivata solo per chi lavora nel privato.

Quando si parla di smart working agevolato, si intende la possibilità di lavorare da remoto anche se non ci sono accordi individuali con la propria azienda. Infatti, in questi casi il lavoro è agile è considerato un vero e proprio diritto, quindi a condizione che sia compatibile con le caratteristiche della mansione da svolgere, l'azienda è tenuta a riconoscerlo. In pratica, basta una mail al datore di lavoro, che è obbligato ad attivare il lavoro da casa. I genitori di figli under 14 potevano farlo fino a dicembre 2022, ma negli ultimi due mesi sono stati esclusi dallo smart working agevolato.

La misura sarà prorogata fino al 30 giugno 2023 anche nel settore pubblico, per quei lavoratori fragili che per stare in smart devono essere adibiti ad altre mansioni – è il caso, ad esempio, degli infermieri. In ogni caso, si manterrà la piena retribuzione. Per lavoratori fragili si intendono quelli con forme gravi di disabilità, immunodepressi e pazienti oncologici: la lista completa è stata decisa dal ministero della Salute.

In assenza di questo prolungamento, si sarebbe tornati a seguire la legge attuale, come hanno dovuto fare i genitori di figli under 14 da inizio 2023 a oggi: secondo la normativa, per andare in smart working è necessario trovare un accordo individuale tra l'azienda e il dipendente, stabilendo la durata del periodo di lavoro agile (che può anche essere a tempo indeterminato), la frequenza con cui si intende utilizzarlo e altri criteri.

Decisione politica condivisa, via libera all'unanimità

La proroga dello smart working è stata approvata dall'opposizione e dalla maggioranza all'unanimità, come detto. Il Movimento 5 stelle aveva anche fatto una proposta più ampia, estendendo il diritto allo smart working fino al 31 dicembre 2023, ma sono stati approvati gli emendamenti che arrivano fino al 30 giugno.

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha detto che sullo smart working per i dipendenti pubblici fragili c'è stato "l’impegno personale da parte della presidente Meloni" per reperire i "16 milioni di euro necessari a prorogare la norma fino al 30 giugno". Poche settimane fa, la ministra del Lavoro Marina Calderone aveva garantito che avrebbe sostenuto "ogni iniziativa volta alla proroga almeno trimestrale" del lavoro agile per i fragili.

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